Home Massimo Randolfi In memoria di Barbara Castellani, che “amava essere infermiera”
Massimo Randolfi

In memoria di Barbara Castellani, che “amava essere infermiera”

Condividi
In memoria di Barbara Castellani, che "amava essere infermiera"
Condividi

Il ricordo dei colleghi del San Raffaele di Rocca di Papa di Barbara Castellani, l’infermiera 43enne uccisa dal compagno

Arrivava sempre in anticipo sul posto di lavoro, anche dopo aver smontato a notte fonda e non si stancava mai di sorridere, con una passione onesta per la propria professione. Barbara Castellani, infermiera 43enne, uccisa dal compagno in un appartamento a Fiumicino la scorsa settimana, è ricordata così dai colleghi del San Raffaele di Rocca di Papa.

“Barbara era una lavoratrice instancabile, lavorava molto. Era sempre pronta a tutto e non si tirava mai indietro” ricordano i colleghi commossi.

Diligente e sempre pronta alle sfide del proprio mestiere, Barbara si era ritrovata anche a dover affrontare l’esperienza un focolaio di Covid, ad aprile dello scorso anno, nella Rsa dove da anni lavorava. Aveva fatto, senza lamentarsi mai, turni estenuanti. Tutto pur di non lasciare soli i pazienti e i colleghi rimasti con lei nel pieno della prima ondata della pandemia, quando la paura era moltissima e il nemico invisibile ancora poco conosciuto. “L’esperienza della pandemia ci ha insegnato, dopo anni di lavoro, cosa vuol dire veramente la parola “collega” e Barbara la rapprentava in modo eccellente” ricordano con commozione gli infermieri del San Raffaele.

La notizia della tragica scomparsa dell’infermiera ha lasciato un vuoto incolmabile in tutti i colleghi, infermieri, oss e medici, che avevano avuto il piacere di conoscerla.

“Quello che tutti noi ricordiamo di Barbara, – raccontano, – è il fatto che non si tirava mai idietro, una caratteristica rara. Lei era instancabile, precisa e amava il proprio lavoro, amava essere infermiera. La sua morte prematura ci ha scioccato e ci ha colpito profondamente”.

Al funerale, una settimana fa, erano presenti circa 200 persone a testimonianza dell’amore e del rispetto che infondeva in chi la incontrava professionalmente e da paziente.

“La caratterizzava il suo arrivare molto in anticipo. Noi ci scherzavamo su. Smontava la notte e lei alle 6 e mezza era già lì, sempre pronta a prendersi le consegne e organizzarsi il lavoro. Era molto organizzata e precisa, non si è mai tirata indietro. Sempre e comunque con il sorriso sulle labbra. È stato bello lavorare con una collega così“.

Condividi

Lascia un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli Correlati
Irccs De Bellis di Castellana Grotte (Bari): avviso pubblico per 18 posti da oss
Massimo RandolfiO.S.S.

Irccs De Bellis di Castellana Grotte (Bari): avviso pubblico per 18 posti da oss

L’Irccs De Bellis di Castellana Grotte (Bari) ha indetto un avviso pubblico,...

Per il Magnifico Rettore dell’Università di Trento gli infermieri sono ‘paramedici': la replica dell'OPI
Massimo Randolfi

Per il Magnifico Rettore dell’Università di Trento gli infermieri sono ‘paramedici’: la replica dell’OPI

Replica al Magnifico Rettore dell’Università di Trento: Gli infermieri sono professionisti sanitari, il paramedico...

Professioni sanitarie, via libera della Camera a un'indagine conoscitiva sulle loro problematiche
Massimo Randolfi

Professioni sanitarie, via libera della Camera a un’indagine conoscitiva sulle loro problematiche

“È arrivato il momento di affrontare con massima attenzione e consapevolezza tutti...