Il picco di decessi soprattutto a Roma, dove dal 2000 in poi sono venute a mancare 7700 persone a causa delle ondate di calore
“Quella delle ondate di calore è una questione molto studiata e dibattuta a livello internazionale. Occorre accelerare il passo nelle politiche climatiche, superando la frammentazione di interventi tra i diversi ministeri attraverso una cabina di regia sulle strategie climatiche”.
È con queste parole che Edoardo Zanchini, vicepresidente nazionale Legambiente, ha lanciato oggi l’allarme a un convegno tenutosi a Roma, dove è stato presentato un dossier Legambiente sugli impatti dei cambiamenti climatici che stanno trasformando l’Italia.
Un dossier con alcuni dati davvero allarmanti, specialmente per quanto riguarda le conseguenze del surriscaldamento globale e delle temperature sempre più alte: dal 2005 al 2016, in 23 città italiane, le ondate di calore avrebbero causato 23.880 morti. E la città di Roma sarebbe quella più coinvolta: dal 2000 in poi sarebbero morte circa 7700 persone per ragioni attribuibili a ondate di calore.
Ovviamene, le persone più a rischio sono sempre e comunque quelle più fragili come anziani, bambini e malati cronici e i periodi più a rischio sono quelli caratterizzati da temperature diurne al di sopra dei 35 gradi e quelle notturne non al di sotto dei 25.
Uno degli anni peggiori che si ricordino è stato il 2017, con un mese di giugno a dir poco terribile (il più caldo degli ultimi 150 anni) e con un’estate lunghissima caratterizzata da un lungo periodico di siccità, da intense ondate di calore e da piogge torrenziali.
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