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In cura per anni al Rizzoli: lascia in eredità 180 mila euro a ospedale e Airc

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In cura per anni al Rizzoli: paziente lascia in eredità 180
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Bologna, 5 maggio 2019 – La somma di 90mila euro è stata donata da un uomo che per anni è stato curato al Rizzoli. La cifra servirà per l’acquisto di un microscopio chirurgico. Una somma di pari entità è stata destinata alla Fondazione Airc per la ricerca contro il cancro.

Nonostante le cure ricevute, Monaldo Calari è deceduto il 9 febbraio del 2018 all’età di 70 anni, ma le pratiche relative all’eredità si sono concluse solamente in questi giorni. Attraverso due distinte lettere, affidate al proprio miglior amico, ha espresso le proprie volontà.

“È stato generoso anche con noi parenti – spiega Silvia Giannasi, 49 anni, una delle cugine –, sebbene non ci avesse rivelato nulla delle sue intenzioni, nemmeno nell’ultimo periodo, quando facevamo i turni per assisterlo. E abbiamo rispettato le sue volontà, con ammirazione per questo gesto”.

Ma che cosa è capitato a Monaldo? “Purtroppo durante un soggiorno a Cuba, dove trascorreva ogni anno diversi periodi, ha iniziato a sentire uno strano mal di schiena. Al rientro a Bologna – ricorda – si è sottoposto a una visita specialistica al Rizzoli, seguita da altri accertamenti, tra cui una Tac.

In breve tempo ha saputo di avere delle metastasi alle ossa e sono iniziate le terapie. È stato ricoverato al Sant’Orsola, area Malpighi, per la chemio, ma le cure non hanno avuto l’effetto sperato. All’inizio si pensava che avrebbe potuto essere operato alle vertebre, ma invece le condizioni non glielo hanno più permesso. Per questo deve aver pensato alla donazione al Rizzoli, indirizzata all’acquisto di un apparecchio dedicato alla microchirurgia vertebrale oncologia, che agevola l’individuazione di alcune forme tumorali”.

Calari non era sposato, pertanto la sua famiglia era rappresentata dai cugini e dai loro figli.

“Ha sempre amato viaggiare e da quando era andato in pensione per anni era andato sul Mar Nero, poi aveva scelto come meta Cuba. Mi diceva che a lui piacevano i climi temperati – ricorda Silvia – e per questo partiva verso ottobre, poi rientrava per un po’ e andava via di nuovo prima del caldo torrido. Sperava di poter fare un altro viaggio a Cuba, ma purtroppo non ce l’ha fatta”.

Simone Gussoni

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