Un po’ ovunque è previsto il rafforzamento delle misure anti-Covid per la rapida diffusione della nuva mutazione.
L’Italia si trova “in fase epidemica acuta, caratterizzata da una elevata velocità di trasmissione del virus Sars-CoV-2 nella maggior parte del Paese”. Così recita la circolare del ministero della Salute dal titolo “Rafforzamento delle misure organizzative per la gestione dell’attuale fase epidemica”.
Nel raccomandare la “tempestiva attivazione a livello regionale di tutte le misure organizzative per fronteggiare un eventuale incremento, anche sostenuto, della domanda di assistenza sanitaria”, la circolare allerta anche in merito a “ulteriori impatti epidemiologici e assistenziali potenzialmente correlati alla maggiore diffusione” della variante Omicron. Insomma, la mutazione proveniente dal Sudafrica spaventa l’Italia. Ma anche i governi esteri sono in piena allerta e pensanio di attuare – o hanno già attuato – diverse contromisure.
L’epicentro europeo del nuovo ceppo resta la Gran Bretagna, dove i casi sequenziati sono complessivamente 37.101. “Potrebbe essere troppo tardi per rispondere a Omicron”, ha affermato in un editoriale sul Sunday Telegraph il ministro della Salute britannico, Sajid Javid, secondo il quale non è possibile escludere misure restrittive anche prima di Natale.
Se i nuovi contagi totali sono leggermente scesi, come spesso avviene di domenica, l’aumento rispetto a tre settimane fa, prima dell’individuazione della variante, è del 127%. E in Irlanda del Nord la vicepremier Michelle O’Neill ha avvertito che potrebbe colpire il Paese “come una tonnellata di mattoni”, provocando, nello scenario peggiore, 30mila casi al giorno.
In Germania prova a gettare acqua sul fuoco il neo-ministro della Salute, Karl Lauterbach, assicurando che prima di Natale non ci sarà un lockdown. Tuttavia i contagi sembrano inarrestabili e la soluzione proposta dallo stesso Lauterbach è lapidaria: “Avremo una quinta ondata, perché abbiamo oltrepassato un numero critico di infezioni Omicron. Questa ondata non può più essere fermata, ma può essere combattuta con i vaccini obbligatori“.
Altrove ci si prepara invece a feste sempre più blindate. Come in Danimarca, dove è stato annunciato un semi-lockdown. Il Paese scandinavo, secondo solo alla Gran Bretagna per la diffusione di Omicron in Europa, chiuderà per un mese teatri, cinema e parchi divertimenti, mentre a bar e ristoranti sarà imposto un coprifuoco alle 23. E ieri è partito un lockdown generale in Olanda, dove almeno fino a metà gennaio resteranno aperti solo i negozi essenziali, come i supermercati. Nuove restrizioni da oggi anche in Svizzera: solo vaccinati e guariti potranno accedere a ristoranti, cinema, centri fitness e musei.
In questo scenario crescono anche le limitazioni ai viaggi. La Germania ha imposto una quarantena di due settimane a chi arriva dalla Gran Bretagna, anche se vaccinato, mentre tra domani e mercoledì entrerà in vigore una stretta che impedirà agli israeliani di recarsi in altri 10 Paesi, tra cui l’Italia. Una stretta che si impone anche fuori dal Vecchio continente: da New York che ha toccato il record di quasi 22mila contagi, a Israele stesso, che blinda i suoi cieli, rendendo di fatto impossibile viaggiare verso altri 10 Paesi, tra cui l’Italia.
Intanto negli Stati Uniti arriva l’allarme del direttore uscente del National Institutes of Health, Francis Collins, secondo cui, dopo il picco di New York, l’intero Paese rischia un milione di casi al giorno. Anthony Fauci, il super esperto americano di malattie infettive e consigliere dell’amministrazione Biden, afferma: “Al momento lockdown sono improbabili, ma gli ospedali saranno sotto pressione, soprattutto nelle aree con un basso tasso di vaccinazione”.
Insieme alle restrizioni, per contrastare il virus prosegue la corsa alle dosi booster. Per spingere ancora le vaccinazioni, la Commissione europea ha concordato di accelerare la consegna di Pfizer negli Stati membri, con altre 20 milioni di dosi in arrivo nei primi tre mesi del prossimo anno, oltre alle 195 milioni già programmate. “Tenendo conto del rapido aumento previsto delle infezioni dovuto alla variante Omicron – spiega Bruxelles -, l’immunizzazione è ora più urgente che mai”.
Redazione Nurse Times
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