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Il “Gemelli” di Roma condannato per demansionamento: 60mila € per l’infermiere. La sentenza

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Sentenza della I sez. lavoro del Tribunale di Roma contro la Fondazione Gemelli: Riconosciuto il demansionamento infermieristico
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Pubblichiamo la Sentenza  (storica) della I sez. lavoro del Tribunale di Roma contro la Fondazione Gemelli che riconosce il demansionamento infermieristico con un risarcimento di 60mila € per l’infermiere

La sentenza n. 6954 del luglio 2019 (in allegato) è sicuramente una sentenza storica che afferma una volta per tutte che esiste una “questione infermieristica”.

La Questione infermieristica più volte affrontata nei nostri articoli riguarda anche il fenomeno del Demansionamento infermieristico, una piaga italiana che qualcuno tende a sottovalutare.

La crescita di un’intera comunità professionale passa anche dalla consapevolezza dell’importante ruolo sociale che questa professione ricopre; dalla consapevolezza del grave danno che si infligge agli infermieri e ai pazienti, quando il loro tempo viene scippato per dedicarsi ad attività che non rientrano assolutamente nel loro profilo professionale.

Da non sottovalutare le responsabilità del dirigente Infermieristico della Fondazione “Gemelli” di Roma che ha permesso tutto questo! Il codice deontologico appena approvato dovrebbe sanzionarlo? Rimandiamo il quesito agli organi competenti.

La sentenza è stata redatta dal presidente della Prima sezione Lavoro di Roma che ha spiegato in 24 pagine, cosa significhi essere infermiere in Italia.

Non è importante sapere come si è conclusa la vertenza (sappiamo che il nostro infermiere ha stravinto e che questa sentenza segna un importante passo in avanti nella giurisprudenza infermieristica), ma è importante sapere perché l’infermiere ha vinto.

Il tribunale di Roma ha accolto in toto ogni singola teoria che il Presidente ADI Di Fresco insegna in tutta Italia da oltre 25 anni.

Il ricorso è l’esatta rappresentazione del corso ECM sul demansionamento scritto dal Di Fresco.

Questa, insieme alle altre sentenze, devono assolutamente richiamare l’attenzione degli attori della sanità, dai dirigenti alla politica, dagli operatori della sanità ai loro rappresentanti, affinché la “questione infermieristica” venga affrontata e risolta definitivamente.

Riprendiamo l’ultimo passo della sentenza:

“Il Tribunale, definitivamente pronunciando sulla domanda proposta da Daniele MORI, con ricorso depositato il 13 novembre 2018, così provvede:
1. – condanna la Fondazione Policlinico Universitario “Agostino Gemelli” ad assegnare al ricorrente in via esclusiva mansioni corrispondenti alla categoria D, con profilo di “infermiere: DM 739/94” del c.c.n.l. per il personale non dirigente della Fondazione;
2. – accertata la dequalificazione subita dal ricorrente dal mese di dicembre 2006 al mese di ottobre 2018, condanna la Fondazione Policlinico Universitario “Agostino Gemelli” al pagamento, in favore di Daniele MORI, a titolo risarcitorio, della somma complessiva di €60.775,00#, oltre rivalutazione monetaria ed interessi legali dal 15 novembre 2018 fino al soddisfo;
3. – condanna la Fondazione Policlinico Universitario “Agostino Gemelli” al pagamento, in favore dell’avv. Italo CRISPINO, procuratore antistatario, delle spese di giudizio che liquida in complessivi €10.268,00#, di cui €1.339,00# per spese generali, ed €8.929,00# per compensi, oltre IVA, CPA e contributo unificato versato di €379,50#”

 

Redazione NurseTimes

 

Allegato

Sentenza n. 6954 del luglio 2019

 

 

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