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Il 12 maggio in piazza l’orgoglio infermieristico

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  1. Ringraziamo Angela Calabrese per aver accettato di farsi intervistare da NURSETIMES, la voce degli infermieri italiani. Presentati ai nostri lettori Angela.

Ciao a tutti, ringrazio voi per avermi dato l’opportunità di essere una voce tra tanti. Mi chiamo Angela ho 26 anni e vengo da Napoli.

  1. Da quanto tempo sei disoccupata?

Tenendo conto che ho conseguito la laurea a Novembre 2014, sono circa 5 mesi.

  1. Gli anni di studio hanno sicuramente comportato sacrifici e assorbito tante energie visto il doppio impegno, tirocinio tecnico – pratico e teoria, quali erano le tue aspettative quando hai iniziato il Cdl in infermieristica?

Sai, quando inizi una nuova esperienza sei sempre piana di energie, vorresti quasi conquistare il mondo. Poi andando avanti con i giorni, i mesi ti rendi conto che forse quella conquista è un po’ troppo lontana, ad ogni modo però, nonostante le difficoltà, nonostante ci fossero infermieri in grado di “buttarti a terra” dicendo che quello era un lavoro da evitare e che le soddisfazioni non saranno mai arrivate perché qui a Napoli non c’è lavoro, nonostante tutto questo… non ho mai abbassato la guardia, mi sono fatta forza con le mie stesse capacità e ho lottato.

I mesi prima della laurea sono quelli più duri perché ti rendi conto di come sia vicina la fine di quell’esperienza che ti ha formato dentro, che ti dà tanto dal punto di vista umano e professionale, ma se penso al futuro…vedo lo spettro della disoccupazione, un senso di abbandono mi assale.

Per cui in quei momenti preferisci pensare al raggiungimento di un traguardo importante, tanto importante da cambiarti la vita ed acquisire uno status sociale, un lavoro, che significa indipendenza e costruirsi una famiglia! Ora da disoccupata il mio pensiero va a tutti quelli che si trovano come me in questa situazione di disagio, costretti a pesare sulle finanze di famiglia cercando disperatamente di poter spendere un titolo in Italia e raggiungere il tanto agognato lavoro.

  1. Qual’è il tuo sentimento ricorrente da infermiera disoccupata?

Il mio sentimento ricorrente? Non è solo uno. Mi sento ogni giorno amareggiata, accendere quel computer o restare per ore su un telefonino per cercare uno spiraglio, una speranza…solo una!

Aprire ogni giorno quella email sperando in una risposta ai tanti curriculum inviati alle strutture sanitarie, sperando almeno in un “grazie la terremo in considerazione”, ma niente.

Non è solo l’amarezza, ma è anche rabbia. La rabbia di aver svolto un percorso universitario con il sudore sulla fronte pur di accaparrarti un esame (e come me tanti altri neo laureati possono capirmi) e non avere nemmeno una minima possibilità di lavorare per poter accumulare quell’esperienza richiesta in molti bandi che decretano per tanti di noi neo laureati l’ESCLUSIONE da avvisi pubblici che sembrano redatti per favorire alcuni. Per noi dimenticati da tutti, dalle istituzioni che, escludendoci, ci condanna ad un lungo periodo di disoccupazione, il futuro è davvero molto compromesso.

  1. Le responsabilità della situazione occupazionale infermieristica?

Guarda Giuseppe, io credo che le responsabilità siano di MOLTE persone perché è chiaro ormai che è tutto il sistema salute che è in crisi. Come si può pensare di lavorare in un paese come l’Italia dove la stima e la fiducia la si ottiene solo attraverso qualche “conoscenza” e magari portare avanti persone che di professionalità ne sanno ben poco (lasciando la pace di qualcuno). E la meritocrazia? E gli anni di studio?

Perché non dovremmo avere l’occasione di far vedere quanto valiamo? IO NON CI STO!!! Continuo a credere in un paese migliore, costruita sul merito, sui valori e sulla competizione leale. Condanno coloro che cercano “scorciatoie” sottraendosi al merito. E nel profondo sud, a Napoli, tutto diventa più difficile.

Ho fatto un percorso importante e anche se arriveranno giorni ancora più duri, in cui mi sembrerà di lottare contro i mulini a vento, io continuerò a stringere i denti, perché questo è il lavoro che voglio fare e che ho sempre desiderato fare!!!

  1. Cosa pensi del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti in vigore dal 7 marzo?

Ho letto qualcosina in merito e mi sono chiesta come fa una dirigenza politica che governa un paese afflitta dalla piaga della disoccupazione giovanile a proporre una legge che faciliti il licenziamento dei lavoratori ancor prima di pensare alla loro assunzione? Davvero non trovo risposte in merito. Per cui mi chiedo: l’Italia è ancora un paese che pensa al bene dei suoi giovani? Sono davvero confusa, per fortuna mi rifugio nella Costituzione:

art. 1 ” L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”.

Viviamo in un paese dove il fine ultimo di ogni cosa è il profitto. I concorsi pubblici ad esempio: oggi sulla gazzetta ufficiale viene pubblicato un concorso per 1 POSTO di INFERMIERE, con richiesta del pagamento di una tassa per potervi partecipare. Un concorso che probabilmente tra qualche mese verrà rinviato fino poi ad arrivare al completo annullamento, trasformando la speranza di moltissimi di noi in un grande affare (concorso al Niguarda partecipanti 12.500 per 15 euro di tassa, con un introito per l’azienda sanitaria che si aggira sui 180mila euro).

Un’indecenza incredibile, una situazione insostenibile.

  1. Lanciamo un messaggio di speranza a tutti gli infermieri in cerca di occupazione.

Ragazzi io spero vivamente che qualcosa si muova o che almeno…qualcuno si muova, perché non accetto il fatto di essere cresciuta in questo paese e sentirmi costretta ad emigrare all’Estero per poter lavorare seriamente.

Ci sono persone purtroppo che per svariati motivi sono impossibilitati ad allontanarsi.

Per questo spero che tutti noi, con tutta la forza e la rabbia che portiamo dentro, avremo la capacità di reagire, stringerci le mani e lottare per vedere compiuto il nostro obiettivo e realizzare così il sogno di lavorare da infermieri responsabili e professionisti. Un in bocca al lupo a tutti e ringrazio Nursetimes e Giuseppe Papagni per l’opportunità concessami.

Ringrazio vivamente Angela anche da parte del team di Nursetimes. A tal proposito propongo a tutti i disoccupati d’Italia di sfilare tutti insieme a Roma il 12 maggio, giornata dedicata agli Infermieri, cercando di catturare l’attenzione della società che vive con noi la carenza dei servizi sanitari sulla loro pelle e dei loro familiari, dovuta ai tagli lineari imposti dalle politiche di contenimento della spesa pubblica.

Il team di NURSETIMES si farà portatore di questa iniziativa: IL 12 MAGGIO IN PIAZZA L’ORGOGLIO DELL’ESSERE INFERMIERI, per tutte le ragioni che rendono l’infermiere oggi, un professionista incompiuto.

 

Giuseppe Papagni

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