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I protocolli ERAS (Enhanced Recovery After Surgery) un valido aiuto nel post operatorio

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Nursing operatorio in chirurgia maxillo facciale e neurochirurgia. Convegno AICO – OPI L’Aquila
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Il protocollo ERAS (“Enhanced Recovery After Surgery”, ovvero miglior recupero dopo un intervento chirurgico) è nato con l’obiettivo di garantire al paziente, dopo l’intervento, un recupero ottimale ed un ritorno precoce e sicuro alle attività quotidiane.

Il protocollo ERAS prevede la collaborazione attiva del paziente (e, se possibile, dei suoi familiari) e si basa su alcuni accorgimenti che devono essere presi nella fase precedente ed in quella successiva all’intervento.

I protocolli ERAS, sembrano rappresentare una soluzione alle complicanze chirurgiche garantendo un ritorno più rapido alla normale vita quotidiana del paziente. L’obiettivo principale è quello di aiutare il recupero del post-operatorio del paziente minimizzando lo stress psico-fisico determinato dall’intervento attraverso un percorso multidisciplinare pianificato.

Le attuali implementazioni sembrano a favore dei progetti ERAS e sembrano sottendere ad un cambiamento radicale nell’approccio assistenziale chirurgico rivisitando pratiche consolidate ormai da tempo ma che sembrano anche incidere negativamente sul percorso post-operatorio.

Il programma ERAS si suddivide in tre momenti:

  • Fase Preoperatoria. Si effettua attraverso uno specifico programma informativo al paziente su tutte le procedure chirurgiche ed anestesiologiche. Fornire al paziente consigli educazionali e l’informazione preoperatoria sembra favorire la riduzione dell’ansia del paziente, durata della degenza e del dolore. Tra gli interventi educativi rientra a pieno titolo il controllo al fumo di sigaretta e l’astensione al consumo di alcool. I protocolli ERAS inoltre elaborano anche un nuovo concetto di digiuno pre-operatorio, già ampiamente discusso da molte evidenze scientifiche, prevedono quindi la possibilità di assumere liquidi chiari fino a 2 ore prima dell’intervento garantendo al paziente uno stato metabolico-nutrizionale sufficiente. I medesimi protocolli inoltre scoraggiano la pulizia intestinale meccanica prima dell’intervento, ad esempio attraverso clisteri, infatti questa pratica, si ritiene causa d squilibri elettrolitici ed un rallentamento nella canalizzazione post-chirurgico.
  • Fase Intraoperatoria. L’ambito comprende le attività che si svolgono dal momento di entrata in sala operatoria fino al raggiungimento della camera di degenza post intervento chirurgico. I protocolli ERAS prevedono di prevenire l’ipotermia grazie all’utilizzo di coperte termiche o infusioni di liquidi riscaldati, il controllo del rischio da sovraccarico di liquidi ed il controllo del dolore post operatorio attraverso le analgesie loco regionali con tecnica TAP-block (Transversus abdominal Plane Block) ossia il blocco selettivo dei nervi dal muscolo obliquo al muscolo trasverso dell’addome.
  • Fase Postoperatoria. Il principale obiettivo dei protocolli ERAS è quello di garantire quanto più precocemente possibile un rapido recupero del paziente con il conseguente ritorno alle attività di vita quotidiane. In molti casi si rende necessario anche un intervento educazionale per indurre il paziente all’autocura degli esiti chirurgici.

Gli interventi considerati nei protocolli ERAS sono:

  • mobilizzazione precoce del paziente, il giorno stesso dell’intervento;
  • adeguata gestione del dolore utilizzando un approccio multi specialistico evitando la somministrazione di oppiacei, congrua profilassi farmacologica della nausea e del vomito post intervento ed infine, non meno importante, celere ripresa dall’alimentazione orale.

Rispetto al protocollo tradizionale, l’attuale programma ERAS ha compiuto diversi passi in avanti, includendo multipli interventi (items) che attenuano lo stress chirurgico, mantengono le normali funzioni fisiologiche e garantiscono un recupero rapido post-operatorio.

Attualmente i protocolli ERAS coinvolgono non solo chirurghi, ma anche anestesisti, nutrizionisti e dietisti, fisiatri e fisioterapisti, infermieri e naturalmente il paziente stesso. Il concetto chiave è che mentre ogni singolo item da solo ha scarsa rilevanza, la sinergia di multipli interventi impatta notevolmente sul recupero post-operatorio.

Sembrano sicuramente un’innovazione nel campo della chirurgia mini-invasiva, e dimostrano per ora di migliorare i risultati a breve termine nella chirurgia addominale, sono tuttavia ancora da perfezionare e da ampliare con studi scientifici mirati, richiede la collaborazione e partecipazione attiva di molte figure professionali e del paziente stesso.

Marica Scotellaro

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