Ogni anno, più di 350 mila nuovi casi di tumore del rene vengono diagnosticati nel mondo ed in particolar modo nei Paesi Occidentali, ove fattori predisponenti comportamentali (fumo e obesità) ed ambientali (inquinamento) determinano un incremento del rischio di poter sviluppare la malattia.
La malattia colpisce entrambe i sessi tra i 50 e i 70 anni di età, nonostante vi siano numerosi casi diagnosticati anche in soggetti molto più giovani.
Spesso il tumore al rene viene scoperto per caso, durante esami eseguiti per svariati motivi in assenza di sintomi evidenti.
In questi casi la prognosi è molto buona con una guarigione completa dopo trattamento medico.
In un terzo circa dei casi, il tumore si identifica invece, per la presenza di sintomi (dolore al fianco, sangue nelle urine, febbre di natura incerta) spesso secondari alla malattia localmente avanzata o addirittura metastatica.
Un articolo scientifico, pubblicato sulla rivista Lancet da medici e ricercatori dell’Unità di Urologia e dell’Urologia Research Institute IRCSS Ospedale San Raffaele di Milano, ha recentemente riassunto le principali e le più moderne conoscenze in termini di diagnosi e terapie del tumore in questione, come riporta l’articolo del 20 settembre 2015 del Corriere della Sera a cura di Daniela Natali.
In particolare, lo sviluppo di nuove tecniche chirurgiche (uso dei robot) e di nuovi farmaci (terapie biologiche mirate) che stanno sensibilmente migliorando i risultati delle cure.
In passato quando si riscontrava una massa anomala nel rene, il soggetto veniva sottoposto ad interventi demolitivi ed invasivi che comportavano una grossa incisione addominale, la rimozione di tutto il rene e della ghiandola surrenalica (piccolo organo che produce ormoni).
Oggi, in molti casi, si può intervenire rimuovendo solo la parte malata del rene, oppure si può sottoporre il paziente a trattamenti alternativi (bruciando o congelando il tumore per via percutanea).
In alcuni casi può bastare invece la semplice osservazione nel tempo, perché, soprattutto quando diagnosticate precocemente e di piccole dimensioni, le masse renali risultano spesso benigne o a bassa aggressività.
Fondamentale è tuttavia condurre uno stile di vita sano e sottoporsi a controlli periodici, specie se si è tra i soggetti a rischio (fumatori, ipertesi, sovrappeso, familiarità per patologia renale).
Inoltre, mai sottovalutare i segnali del corpo: in caso di comparsa di sintomi sospetti è consigliabile una valutazione del proprio medico di famiglia ed una eventuale visita urologica.
Scupola Giovanni Maria
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