Riprendiamo un’intervista realizzata dal Corriere del Mezzogiorno al ministro della Salute.
Non risulta che la Puglia stia per uscire dal Piano operativo, al contrario di quanto risulta in Regione. Mentre per Taranto sono in arrivo progetti per la prevenzione. Il ministro della Salute, Giulia Grillo, parla a 24 ore di distanza dalla sua visita a Taranto.
Lei ha visitato una città in sofferenza sul piano sanitario. È possibile immaginare finanziamenti specifici?
«Quello che deve fare il mio ministero, in collaborazione con quello dell’Ambiente, è predisporre una strategia ad hoc, questa sì specifica, per ridurre l’esposizione al rischio di tutte le malattie. Lo faremo con una Cabina di regia che lavorerà in collegamento con un Osservatorio epidemiologico. Agiremo sulla prevenzione. I finanziamenti ci sono, i progetti pure».
La Regione istituì a Taranto un centro dedicato a “salute e ambiente”, per incrociare le competenze e migliorare le risposte. Il Governo va nella stessa direzione?
«Ho letto di quell’esperienza, potrebbe tornarci utile. Da parte nostra, a Taranto abbiamo istituito la Cabina di regia di cui dicevo prima, con il contributo di quattro ministri: Sanità, Ambiente, Sviluppo economico e Sud. Con i dati forniti ogni sei mesi dall’Osservatorio epidemiologico (chiamato ad assemblare le informazioni di vari enti), la Cabina di regia metterà a punto una strategia in termini di prevenzione. Non potremo agire sulle emissioni industriali, sulle quali invece deve intervenire la Viias, la valutazione integrata di impatto ambientale e sanitario».
È prevista in una proposta di legge del senatore Mario Turco (M5S). Che fare, in attesa della norma?
«Stiamo valutando il profilo giuridico della questione. È possibile che si possa introdurre la Viias con una modifica al vigente decreto ministeriale: senza aspettare la legge. I tempi? Il prima possibile».
Il caso Ilva rappresenta il punto più acuto di frizione, tra promesse elettorali e gestione concreta dei fenomeni. C’è una lezione per i 5 Stelle?
«La lezione da trarre, perché si impara sempre, è che dall’opposizione non puoi avere tutte le informazioni per le decisioni da assumere. Sull’Ilva abbiamo preso la migliore decisione possibile nella condizione peggiore. Ma questo non significa essere incoerenti con quanto detto in campagna elettorale».
Senza conoscere i dossier, avreste dovuto contenere gli annunci.
«C’è un aspetto da considerare: noi non governiamo da soli. Rispetto al programma che avevamo scritto, siamo stati indotti a stipulare un contratto di governo che contemplasse gli obiettivi raggiungibili secondo le intenzioni nostre e del nostro partner di governo».
L’Asl Foggia sta pensando di ricorrere a medici romeni per rimediare alla carenza di specialisti. Che ne pensa?
«La specializzazione acquisita nei Paesi Ue è riconosciuta in Italia, e quindi questa possibilità esiste. Ma non è detto che sia la scelta più opportuna. Il problema è che in Italia, senza titolo specialistico, i dottori non possono essere assunti come medici dirigenti. Per questo alcune Asl provvedono con contratti libero-professionali o a tempo determinato. In Italia abbiamo tanti medici, non specialisti, che potrebbero essere assunti e via via formati. Oggi le Regioni stanno cercando di reclutarli, con criteri a volte fantasiosi, anche senza specializzazione, ma serve un quadro comune e non l’anarchia».
E dunque?
«Noi abbiamo maturato una proposta: consentire ai medici che hanno lavorato nell’emergenza (con varie formule) di poter acquisire il titolo di specializzazione, in base all’esperienza maturata. E così, almeno su questo versante, non essere costretti ad assumere medici stranieri, sulla cui preparazione non dico nulla, ma posso attestare che quella dei medici italiani è tra le migliori in Europa».
La Regione è ancora sottoposta al Piano operativo. In Puglia risulta che il Governo abbia intenzione di non chiederne la proroga. È così?
«Questa valutazione si deve fare ai tavoli di verifica, dopo aver visionato i dati. Le Regioni interpretano certe situazioni a modo loro. Anche la Campania, per dire, sosteneva di essere fuori dal commissariamento, e non è vero. Non mi risulta che la Puglia stia per uscire dal Piano operativo, così come non mi risulta il contrario. Il parere ufficiale arriverà dopo le valutazioni dei dati, alla prossima verifica, in estate».
Come risponde alle Regioni che chiedono l’autonomia rafforzata anche in sanità?
«Si deve capire cosa chiedono. Pare che le richieste riguardino soprattutto il personale. Tema, lo abbiamo appena visto, che riguarda tutte le Regioni. Il mio ministero, un passo alla volta, tra mille resistenze, si sta adoperando per risolvere la questione. Sulle altre funzioni richieste ci esprimeremo quando vedremo il testo di legge. Posso dire che non sarà fatto mai a discapito di un aumento della distanza tra le Regioni (più o meno virtuose) in termini di finanziamento della spesa sanitaria. Una previsione di questo genere, per di più, sarebbe incostituzionale».
Redazione Nurse Times
Fonte: Corriere del Mezzogiorno
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