All’articolo 14 del decreto approvato lunedì e pubblicato ieri nella Gazzetta Ufficiale, si legge infatti che “la certificazione verde Covid-19 ha validità di nove mesi dalla data del completamento del ciclo vaccinale“. Il comma 2 specifica che il green pass viene rilasciato anche “contestualmente alla somministrazione della prima dose e ha validità dal quindicesimo giorno successivo alla somministrazione fino alla data prevista per il completamento del ciclo vaccinale“.
Ciò comporta che chi riceverà AstraZeneca avrà un green pass valido praticamente per un anno: le indicazioni di Aifa sono che tra la prima e la seconda inoculazione del siero trascorrano tra le dieci e le dodici settimane, dunque chi ad esempio dovesse ricevere la prima dose il 1° giugno usufruirebbe del certificato a partire dal 16 giugno e fino a settembre, quando con la somministrazione della seconda dose completerebbe il ciclo vaccinale e vedrebbe dunque partire la validità di nove mesi del green pass, che scadrebbe appunto a maggio 2022.
Più variabile la situazione per i vaccini a mRna: fino a qualche settimana per Pfizer e Moderna fa l’intervallo di tempo tra prima e seconda dose era di 21 e 28 giorni, ma nelle scorse settimane una circolare del ministero della Salute prevede l’estensione fino a 42 giorni. Non si tratta però di un obbligo e le regioni potrebbero procedere in ordine sparso. Più semplice il calcolo per quanto riguarda Johnson&Johnson: essendo un vaccino monodose, la validità per nove mesi del green pass scatta contestualmente alla somministrazione.
Il Green pass si può ottenere, oltre che vaccinandosi, anche con l’esito negativo di un tampone (validità per 48 ore) o attestando di avere avuto il Covid (validità per sei mesi). Nel primo caso, a rilasciarlo è la struttura dove ci si è vaccinati, mentre per il test (molecolare o antigenico) negativo è il laboratorio di analisi ad emettere il documento. Per i guariti dal Covid, infine, il certificato viene rilasciato dal medico di medicina generale oppure dal reparto in cui si è stati in cura.
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Fonte: Agenzia DiRE (F. Caruana)