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Giornata della donna, Fnopi: “Quella infermieristica è una professione al femminile, ma non sempre è rose e fiori”

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Giornata della donna, Fnopi: "Quella infermieristica è una professione al femminile, ma non sempre è rose e fiori"
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La Federazione nazionale comunica i numeri relativi al territorio nazionale, evidenziando le principali problematiche che affliggono la categoria.

Giornata della donna: giornata delle infermiere. Quella infermieristica, infatti, è una professione al femminile (vedi tabella in foto). Le infermiere sono in Italia il 76,45% degli iscritti agli Ordini professionali, contro il 23,55% degli uomini, che sono tuttavia in aumento (in tutto gli infermieri sono circa 456mila). L’International Labour Organization, agenzia delle Nazioni Unite, stima a livello mondiale (dati novembre 2021) una forza lavoro al femminile del 42,7%, mentre gli uomini sono al 57,3%.

Per l’Italia la media è del 40,9% per le donne e del 59,1% per gli uomini. Per le infermiere al lavoro in Italia, però, non in tutte le Regioni e in tutte le aree geografiche la percentuale è la stessa. Al Nord-Ovest, infatti, le infermiere sono l’83,83% degli iscritti agli albi. Al Nord-Est l’83,28% (ma in Trentino-Alto Adige raggiungono la percentuale più alta d’Italia con l’86,39%). Al Centro sono il 77,64%. Al Sud il 67,37%. Nelle isole il 64,38%, ma con la Sardegna al 79,23% e la Sicilia che ha il dato più basso d’Italia (59,05%). Insomma, tra il Trentino-Alto Adige e la Sicilia c’è una differenza del 27,34%.

Un trend che si conferma guardando la percentuale di neolaureati: il 76,9% sono donne nell’ultima sessione di lauree analizzata nel rapporto Almalaurea 2021, il consorzio interuniversitario che esamina numeri e condizioni dei laureati.
Le donne, durante l’università, hanno anche lavorato – ovviamente in altri settori – di più dei loro colleghi (circail 10% in pià aveva un’altra occupazione durante gli studi).

Diverso il discorso retributivo. Sempre secondo Alamlaurea, le donne guadagnano circa il 12,8% in meno rispetto agli uomini, se si considera l’alto tasso di part time tra il sesso femminile. Differenza che scende al -2,6% se invece si considerano solo i professionisti a tempo pieno.

Le infermiere hanno pagato un prezzo alto, come tutti, durante la pandemia, rappresentando il 34% dei decessi registrati tra il personale infermieristico italiano. E 106mila infermieri contagiati da inizio pandemia (il 53% della famiglia professionale su circa 200mila contagi) a oggi sono donne. Non a caso il simbolo di rinascita con la prima vaccinata d’Italia è stata proprio un’infermiera.

C’è un capitolo, poi, che va sottolineato quando si parla di infermiere: quello della violenza. Per quanto riguarda la violenza sulle donne infermiere sul posto di lavoro, circa 180mila infermiere l’hanno subita negli anni e per oltre 100mila si è trattato di un’aggressione fisica.

“Si dovrebbero prevedere pene anche più severe per chi aggredisce verbalmente e fisicamente un professionista sanitario donna sul luogo di lavoro – dice Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi) –, prevedendo la questione di genere e l’aggravante del pericolo che nell’azione possono correre gli assistiti. Ma si devono anche prevenire le aggressioni non fisiche, regolamentando ad esempio l’uso dei social nei luoghi di lavoro e rispetto all’attività professionale per evitare commenti, furti di identità e proposte inappropriate. Ne sono vittime circa il 12% dei professionisti coinvolti, che nella professione sono per il 77% donne, quindi quasi 42mila su circa 55mila”.

E ancora: “Inoltre si dovrebbero considerare con più attenzione la carenza di personale e lo sforzo che a quello in servizio è richiesto per coprire tutte le necessità dei servizi e i bisogni di salute dei cittadini, considerando anche che le differenze di genere spesso incidono sul corretto andamento dei ritmi familiari, e che comunque ci sono da colmare differenze, anche economiche, del tutto ingiustificate, vista l’assoluta parità di formazione e tipologia di lavoro svolta. Anche per questo la Federazione ha indetto gli Stati generali dell’infermieristica, che consentiranno l’analisi puntuale di tutte le incongruenze del sistema e di proporre i giusti correttivi”.

Redazione Nurse Times

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