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Francesca Cirone: “Una semplice carezza o una parola di conforto possono alleviare il disagio che si vive a contatto con la malattia”

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Forse mi odierete per quello che sto per dirvi, ma in base alla mia esperienza personale parlerei di Sistema Sanitario del Nord e del Sud. Ho abitato al Nord per circa tre anni, partorito a Saronno e quindi ho avuto a che fare con entrambe le entità. Beh, posso dirvi che la differenza è abissale! Al nord E’ VIETATO assistere i parenti con sedie a sdraio in stanza e fare nottate perché gli infermieri e i medici sono di ronda ogni secondo, ed è l’infermiere che lava il paziente tutte le mattine e tutte le volte che il paziente ha bisogno; è lui che ti porta la pala o il pappagallo se non puoi alzarti dal letto, non il parente … e mi fermo qui. Diciamo pure in alcuni casi, l’infermiere “chi dovrebbe essere”: un angelo che allevia le sofferenze e che si prende cura dell’ammalato tenendo conto del suo stato psicologico”.

Autrice e attrice comica barese che si definisce di “spessore” e che fa del suo peso il suo successo, Francesca Cirone si racconta in un’intervista per Nurse Times.

Personalmente – continua la Cirone – ho un diploma di assistente per le comunità infantili ed ho svolto il tirocinio nel “reparto D” del Policlinico di Bari (oncologico / leucemico pediatrico). Una volta diplomata pensavo di continuare la strada infermieristica/ospedaliera ma non ce l’ho fatta, perché non riuscivo a sopportare le numerose morti che mi capitavano tra le braccia. C’è un film del 1991 che adoro: “Un medico, un uomo” che mostra la poca empatia e il poco tatto di un medico nel rapporto coi pazienti, utilizzando anche battute poco piacevoli nei momento più drammatici dell’ammalato stesso con la convinzione che per fare il proprio lavoro si debba alzare un muro verso i pazienti per non “affezionarsi” troppo … morale del film, si ammala lui e cambia opinione, così decide di far ricoverare tutti i suoi specializzandi per far provare loro cosa significa essere un paziente”! Ecco, se nel titolo accademico è compreso questo “stage” sono d’accordo! Non basta l’imbottirsi di nozioni o di studio, serve alimentare lo spirito, le coscienze, il lato umano”.

Riferendosi alle sue esperienze personali, l’attrice parla di Dino e Donatella, due infermieri che ormai sono parte integrante della sua famiglia: “Ho due genitori invalidi e questi due splendidi angeli sono sempre pronti a correre in caso di bisogno. Dino è stato una mano dal cielo: l’ho conosciuto in un pronto soccorso ed è grazie a lui che mio padre è ancora vivo. Da allora si è creato un legame indissolubile padre/figlio davvero splendido. Donatella è una infermiera facente parte di una associazione di volontariato, la “Butterfly”, che si occupa di Cure Palliative Domiciliari: ci sono infermieri, medici ed altro personale qualificato che vengono incontro ai bisogni dell’ammalato e della sua famiglia nelle ultime fasi della vita”.

A seguito dei vari disagi nel Sistema Sanitario italiano, la Cirone si rivolge ai politici: “Miei cari, noi comuni mortali abbiamo a disposizione strutture pubbliche e non medici privati o specialisti che si occupano di tutte le vostre 10 generazioni a spese nostre! Pertanto, visto che la mano sul portafogli non la volete mettere, per lo meno mettetela sulla vostra coscienza e dateci quel sistema salute che ci meritiamo”!

Concludendo l’intervista, l’attrice barese lancia un saluto a tutti gli infermieri: “Ragazzi, proprio come i comici avete una missione: quando vi arriva un paziente in barella, fate finta che si tratti di un vostro parente, di una persona con sentimenti e dignità, e non di carro bestiame. A volte una semplice carezza e una parola di conforto possono rendere meno traumatica l’esperienza ospedaliera, alleviando quel disagio che si vive a contatto con la malattia”.

Savino Petruzzelli

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