Il post di un utente che si è recato presso uno dei tanti ospedali italiani per ricevere assistenza Sanitaria ha messo ancora una volta in evidenza le manie di grandezza che spesso alcuni medici hanno nei confronti di alcuni infermieri
Riportiamo in versione integrale le parole di un paziente che ha osservato una scena a dir poco grottesca.
Ore 8.30, poliambulatorio vecchio Ospedale. Sala Prelievi. Persone presenti, ed arrivate prima della sottoscritta: 22. Vecchietti, vecchiette, due suorine, varia umanità in attesa. Dal portone principale entra a passo di carica un tizio alto e grosso, che si ferma al centro della stanza ed inizia a chiamare qualcuno con voce stentorea.
Quel qualcuno, scopriremo di lì a poco, è nello specifico l’infermiera dei prelievi. La stessa che sulla carta è lì per provvedere ad almeno 22 punture. Proprio a lei, come se fosse nella hall del Ritz Carlton invece che nel centro salute di via dell’Ospedale 6, ed avesse di fronte l’ultimo dei concierge invece che una professionista in servizio, il tizio chiede bruscamente di andare a parcheggiargli meglio la macchina, che evidentemente lui non ė riuscito a piazzare come si deve.
La scena è talmente rapida, la richiesta talmente autoritaria e naturale, che la poveretta non ha neanche il coraggio di dirgli un no secco. Un chessò: “ma che sta dicendo lei, mi scusi…è matto per caso? Non vede che sono una collega con il camice bianco, sto dietro al banco dei prelievi ed ho 22 persone che attendono di essere bucherellate?”
Niente di tutto questo. La signora lamenta qualcosa del tipo…”Ma dopo le chiavi… dall’altra parte dell’ospedale…ma ho da fare..ma non posso….” et similia. Il tipo, irritato, inframmezza qualche comando ancor più autoritario e sbrigativo, qualcosa che pur non distinguendosi chiaramente suona come un monito, e si allontana in tutta fretta.
Ora, c’è da dire che in effetti la signora dei prelievi nella mezz’ora successiva non si è di fatto allontanata dal servizio. Però al mio turno, curiosa come una faina, le chiedo “scusi tanto…. ma chi era quel signore che pretendeva che lei gli parchegiasse la macchina?”. E l’infermiera, un po’ imbarazzata, mi risponde: ” ha visto che roba? Era l’oculista! Come se io co tutta sta gente che aspetta, potessi annàjie a parcheggià la machina!”. Richiesta in effetti imbarazzante. Ma tant’è….
Ora: che la subalterna (termine utilizzato impropriamente dall’utente n.d.r.) non sia uscita, è già consolatorio. Ma io mi domando e dico: Barnard, alla vigilia di un intervento a cuore aperto, avrebbe chiesto ad un’infermiera impegnata a fare prelievi “Ahò, vamme a parcheggià la machina, che tra un pò se libera quel posto”? Non credo proprio. Quindi è da stamattina che mi interrogo sul motivo che possa aver spinto un oculista di turno ai poliambulatori di Foligno, a permettersi un lusso simile.
Ci sarà, non ne dubito. Ma proprio non mi viene in mente niente. E comunque, cara infermiera: non so se sei dovuta andare fare il concierge finito il tuo turno di lavoro. Però, è stato già brutto che te lo abbiano chiesto così, davanti a 22 persone in attesa….
È difficile commentare un episodio simile. Sicuramente le dinamiche esistenti in realtà ospedaliere simili consentiranno a qualche camice bianco di poter pretendere qualsiasi cosa da un infermiere. Il mio augurio è che episodi simili vengano regolarmente denunciati e che gli organi competenti prendano I provvedimenti del caso.
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