
Il FICC Port è un accesso venoso centrale a lungo termine, totalmente impiantato, indicato per uso discontinuo intra ed extraospedaliero. Costituito da una camera dotata di membrana in silicone autosigillante, collegata con un sistema di raccordo ad un catetere che raggiunge una posizione centrale e rimane completamente impiantato sottocute senza elementi esterni (Pittiruti M, 2017).
La scelta della vena femorale per il posizionamento di un port è indicata solo in caso di inaccessibilità del distretto cavale superiore. La tasca può essere confezionata o sulla coscia o sulla parete addominale. La punta del catetere deve arrivare in vena cava inferiore.
Esistono due metodologie per il posizionamento della punta del catetere del FICC port, un’ecografica e una con l’ausilio dell’ECG intracavitario.
Il metodo ecografico, con una curva di apprendimento più lunga, si basa sulla scansione in plane della vena cava inferiore con finestra sottocostale che consente di visualizzare la guida e la punta del catetere mentre si avvicina alla giunzione atrio cavale passando per la vena cava inferiore.
L’ECG intracavitario, metodo di semplice apprendimento, consente invece di rilevare con precisione la posizione della punta del catetere. Questa metodica, infatti, risulta particolarmente vantaggiosa nei pazienti con una finestra ecografica non adeguata e per mano di operatori poco esperti ecograficamente.
La corretta interpretazione dell’ECG intracavitario nell’impianto di un FICC Port si può riassumere essenzialmente in quattro fasi:
1. Quando la punta del catetere si trova al livello delle vene renali l’onda P e il complesso QRS mostrano una scarsa attività elettrica
2. Quando la punta del catetere approccia il diaframma il complesso QRS aumenta sensibilmente
3. Con la punta del catetere in atrio destro l’ampiezza dell’onda P raggiunge il picco.
4. Ritirando il catetere leggermente vedremo l’ampiezza dell’onda P ridursi e ci potremmo ritenere soddisfatti della posizione della punta del catetere.


Filomena Ferraiuolo
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