Ancora niente per il 2021?
“Una goccia nell’oceano: questi 40 milioni di euro non basteranno di certo per la remunerazione aggiuntiva del ‘premio covid’ al personale sanitario del SSN impegnato nell’emergenza pandemica. Questi soldi non sono davvero niente, dal momento che al massimo gli operatori in prima linea hanno ricevuto 2mila euro per il periodo marzo-dicembre 2020. E ancora a molti ne sono arrivati solo la metà, come avvenuto in Puglia, se non addirittura un bel niente, come avvenuto in Sicilia e Calabria.
Una vergogna nella vergogna, se pensiamo che le risorse stanziate dal decreto Cura Italia e dalla legge di bilancio 2021 si riferiscono solo al ‘premio covid’ 2020, mentre nulla è previsto per il 2021. E diverse regioni, specie nel sud o in piano di rientro, si sono astenute dal mettere in bilancio ulteriori ‘risorse aggiuntive premianti’ come previsto dal decreto Rilancio”. A denunciarlo Giuseppe Carbone, segretario generale Fials, commentando i fondi destinati alle regioni per le indennità Covid, frutto dell’intesa raggiunta in Conferenza Stato-regioni.
Nella top ten dei 40 milioni di euro stanziati ieri, al primo posto c’è la Lombardia con 6.632.197 euro, seconda classificata la regione Lazio che porta a casa 3.872.898 euro, seguito a breve distanza da: Campania con 3.726.145 euro; Sicilia con 3.273.242 euro; Veneto con 3.249.741 euro. Neanche 3 milioni vanno all’Emilia Romagna e al Piemonte (rispettivamento 2.975.722 e 2.954.051 euro).
All’ottavo posto, la Puglia con 2.663.238 euro, al nono la Toscana con 2.521.645 euro, e decima è la Calabria che raccoglie 1.279.032 euro. Dal decimo posto in poi si posizionano: Sardegna, con 1.098.709; Liguria, con 1.076.303; Marche, con 1.027.622; Abruzzo, con 876.847; Friuli Venezia Giulia, con 824.729; Umbria, con 596.295; Basilicata, con 375.674; le province autonome di Trento e Bolzano, con 354.449 e 340.569. Chiude la Valle d’Aosta con 84.168 euro.
“Leggere queste cifre pietose, una media di circa 70 euro lordi ogni operatore sanitario per tutto l’anno 2020 – spiega Carbone – serve a capire in cosa consiste la forza di investimento messa in campo per i fondi contrattuali dei dirigenti medici e sanitari e degli operatori del comparto sanità in questo delicato momento storico di grave emergenza.
Senza peraltro alcuna previsione da parte del Governo per il 2021, anno in cui il personale sanitario ormai stanco e provato sta rivivendo lo stesso dramma di un anno fa. Registriamo quotidianamente il malcontento degli operatori che si sta diffondendo sempre di più e si traduce anche in iniziative di protesta da più parti: da Bologna a Palermo, da Milano a Crotone”.
“La Fials non resta a guardare – attacca il segretario generale – e chiede alla politica di risolvere quanto prima il problema della scarsità delle risorse e la conseguente mancata corresponsione del ‘premio Covid’ e delle indennità a chi ha lavorato in trincea e continua a farlo, tra straordinari non pagati, riposi saltati e turni senza fine”.
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