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Extramoenia, Asl Lecce bacchetta i medici col “doppio lavoro”

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Extramoenia, Asl Lecce bacchetta i medici col "doppio lavoro"
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Dall’Azienda salentina una messa in mora per i medici che, essendo in regime di extramoenia, si sentono svincolati dall’obbligo di esclusività.

Contratto di lavoro con la Asl, ma consulenze nelle strutture private accreditate. A fare il “doppio gioco” o a tenere il piede in due scarpe, medici in forza alla Asl Lecce, ma con regime contrattuale in extramoenia.

Si tratta di un rapporto di lavoro in cui il medico sceglie di esercitare l’attività libero professionale, consentita per legge dalla Riforma Bindi del 1999, che ha stabilito la possibilità di scelta fra esclusività del rapporto di lavoro, opzione remunerata, oppure l’extramoenia o l’intramoenia: la prima dà facoltà di esercitare in una struttura privata, la seconda utilizzando spazi dell’azienda.

Si tratta di una facoltà che distingue i medici da tutti gli altri lavoratori del pubblico impiego, giustificata dalla necessità di dare agli utenti libertà nella scelta del medico, in realtà un escamotage con cui il pubblico ha trattenuto valenti professionisti che altrimenti sarebbero migrati nella sanità privata che garantisce margini di guadagno più alti

Sia quel che sia, la questione dei medici con il piede in due scarpe pare sia arrivata ai piani alti della Asl, che valutata la questione hanno ritenuto che proprio il regime dell’attività extramoenia possa aver generato l’equivoco per il quale i medici hanno ritenuto di essere svincolati dall’obbligo di esclusiva della prestazione professionale.

Quindi? A quanto pare è stato scelto un approccio “morbido”, ossia la direzione generale ha mandato un avviso perentorio a tutti i medici in servizio nell’Azienda sanitaria salentina, sia ospedalieri che impegnati nei distretti socio-sanitari o nei dipartimenti aziendali, per: “non prestare, o qualora in atto cessare qualsiasi attività di consulenza medico-professionale presso le strutture private e convenzionate con il Sistema sanitario regionale al fine di non incorrere nelle conseguenti responsabilità”.

Una messa in mora chiara ed inequivocabile. La nota, del 4 maggio scorso, è stata inviata alle direzioni di ospedali, distretti e dipartimenti, ma intanto è emersa la circostanza secondo la quale non si tratta di un semplice memorandum bensì di un vero e proprio monito conseguente anomalie riscontrate.

Da qui l’articolata nota della direzione generale Asl per ricordare ai medici dipendenti l’obbligo di esclusività, indipendentemente dal regime contrattuale che regola lo stesso con il singolo medico, ossia se l’attività lavorativa extra, fuori dell’orario di servizio, sia caratterizzata dall’intramoenia (visite o esami diagnostici effettuati a pagamento con una tariffa che prevede il trattenimento da parte della Asl di una parte del compenso) o extramoenia (visite ed esami diagnostici effettuati dai medici in Asl nei loro studi privati con compensi che possono essere collocati tra quelli del lavoro autonomo).

Per sgombrare ulteriormente il campo da dubbi l’Asl ha precisato che la prestazione d’opera dei medici Asl nelle strutture private potrebbe generare conflitti d’interessi. E per ribadire l’incompatibilità ha citato una sentenza del Consiglio di Stato (sezione III, numero 7052 del 2018) secondo la quale l’esclusività vige anche se il rapporto con la struttura accreditata afferisce a discipline diverse da quelle per le quali presta l’opera in Asl.

Redazione Nurse Times

Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno

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