Con il caldo aumentano alcune piccole preoccupazioni femminili. La ginecologa Manuela Farris spiega come gestire questi disagi e trascorrere l’estate in modo sereno.
Affrontare il caldo dell’estate significa, per molte donne, sapere anche come cavarsela con qualche fuori-programma. Un esempio? Un’infezione urinaria, un ciclo “ballerino” collegato magari alla sfortuna di non poter ostentare il costume bianco. Per affrontare meglio i mesi di caldo estivo, ecco le spiegazioni e i suggerimenti per INTIMINA della ginecologa Manuela Farris.
INFEZIONI URINARIE: PERCHE’ NE SOFFRONO PIU’ LE DONNE
Il pavimento pelvico femminile ha tre aperture molto ravvicinate: l’apertura uretrale (per fare pipì), l’apertura vaginale e l’ano. L’uretra femminile è relativamente corta e i batteri (presenti in tutto il nostro corpo ma particolarmente numerosi nell’intestino) raggiungono più velocemente la vescica. Le infezioni del tratto urinario (IVU) si riferiscono a infezioni in qualsiasi parte del tratto urinario (reni, ureteri, etc.), ma l’infiammazione della vescica, nota anche come cistite, è la più comune. Molte donne hanno maggiori probabilità di sperimentare i fastidiosi sintomi dell’infiammazione della vescica, specialmente durante le calde giornate estive.
Spiega Farris: “Non solo è la più comune delle IVU, ma la cistite è anche una delle infezioni più comuni tra le donne: una donna su due ne soffrirà almeno una volta nella vita. Le IVU sono causate principalmente da escherichia coli, un batterio che di solito vive nel nostro intestino. La prima linea di difesa è il tuo microbiota vaginale, che consiste principalmente di lattobacilli. Questi batteri buoni combattono quelli cattivi, impedendo la loro crescita al di fuori dell’intestino”.
DOVE SI PUO’ NASCONDERE LA TEMUTA CANDIDA
Quando sono bagnati, i costumi da bagno intrappolano l’umidità e può creare un luogo perfetto per lo sviluppo di infezioni fungine. “L’infezione fungina più conosciuta si chiama candida e vive nell’intestino come una parte normale del microbiota intestinale. Se cresce troppo – continua Farris – inizia a causare problemi, sia una vaginite da candida che una cistite”.
I 5 SEGNI PER RICONOSCERE UN’INFEZIONE E COME AFFRONTARLA
L’infiammazione della vescica può presentarsi con una varietà di sintomi e alcuni di questi sono gli stessi quando si ha un’infezione da lievito:
o Urgenza a far pipì più spesso del solito
o Dolore simile a una leggera pressione nella parte inferiore della pancia
o Sensazione di bruciore durante la pipì
o Urine scure e con un odore diverso
o Mal di schiena o innalzamento della temperatura corporea
“Il primo modo per affrontare e prevenire queste infiammazioni è intervenire con una maggiore idratazione che aiuta a lavare via fisicamente i batteri dalla vescica che, non essendo sterile, contiene già alcuni batteri. È importante fare pipì dopo il sesso e – spiega Farris – quando ti asciughi, pulisci sempre dalla parte anteriore a quella posteriore. Se questi gesti di prevenzione non sono sufficienti, è opportuno l’intervento di un esperto che potrebbe ricorrere alla somministrazione di antibiotici o antifungini in base al tipo di infezione”.
CALDO E CICLO “BALLERINO”
Quando la temperatura sale, il calore provoca l’allargamento dei vasi sanguigni, con conseguente aumento della circolazione. “Questo spiegherebbe perché il flusso mestruale potrebbe diventare un po’ più intenso con il caldo. Inoltre – continua Farris – sebbene il calore non interferisca direttamente con gli ormoni, può aumentare la vascolarizzazione accelerando lo sfaldamento del rivestimento uterino. Questo potrebbe avere come effetto quello di avere un ciclo mestruale leggermente più breve (più ravvicinato) o più abbondante”.
IN ACQUA SENZA TIMORE: ASSORBENTE INTERNO O COPPETTA?
L’attività fisica produce endorfine che migliorano l’umore a livello cerebrale e in particolare le beta-endorfine, l’antidolorifico del corpo. Allenarsi regolarmente, significa avere crampi più lievi e un flusso più leggero rispetto a chi ha uno stile di vita più sedentario.
Ma se in estate fare sport fa rima con fare nuoto o attività in acqua, sono ancora tante le donne che temono di avere perdite di sangue. In realtà, quando si fa il bagno in acqua, la perdita di sangue è effettivamente ridotta poiché c’è più resistenza al flusso sanguigno contro l’acqua che contro l’aria. Tuttavia, una volta usciti dall’acqua, il flusso sanguigno può ricominciare. Pertanto, può essere utile indossare protezioni sanitarie e indossare costumi da bagno più scuri anche per alleviare l’ansia legata alle perdite.
“Chi sceglie di utilizzare un tampone interno, deve sapere che potrebbe assorbire anche una piccola quantità di acqua – prosegue Farris -. Questo non è dannoso per un breve periodo di tempo, ma è importante cambiare l’assorbente interno immediatamente prima e dopo il bagno poiché l’acqua della piscina e del mare può contenere batteri che possono alterare il pH vaginale e causare infezioni. Nel caso delle coppette, l’acqua non può entrare e, grazie alla sua maggiore capacità rispetto a un tampone, la probabilità di perdite è notevolmente ridotta”.
COPPETTE: UNA MISURA NON VALE L’ALTRA
È molto importante scegliere una coppetta adatta per un uso mensile regolare, sia durante le mestruazioni che nei giorni normali.
Lily Cup A e B – Lily Cup è l’unica coppetta che può essere arrotolata sottile come un tampone. È perfetto per coloro che hanno una cervice più alta o un flusso più abbondante e offre un comfort completo. Il suo design incredibilmente liscio e il bordo inclinato ti consentono di utilizzare questa coppetta mestruale fino a 8 ore senza preoccupazioni.
Lily Cup One – Questa coppetta mestruale riutilizzabile, morbida ed estremamente confortevole è realizzata in silicone per uso medico che la rende sicura e protetta, soprattutto per gli utenti alle prime armi.
Lily Cup Compact A e B – La prima coppetta pieghevole al mondo che si piega in piano e si inserisce in una piccola custodia protettiva! Puoi metterlo nello zaino, nella borsa o in tasca e sei a posto. Quindi, quando ne hai bisogno, può essere aperto per un massimo di 8 ore di protezione non-stop.
Redazione Nurse Times
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