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ESTAR 2016, nemmeno chi dovrebbe assumerci ci valuta per ciò che siamo

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Le indicazioni di Opi Fi-Pt per migliorare le future prove Estar nei concorsi pubblici
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Nei 3 anni di studio all’Università ho imparato che l’Infermieristica è una PROFESSIONE perché ha un corpo di conoscenze proprie, un proprio codice deontologico e molte altre caratteristiche che la distinguono nettamente da ciò che era un mestiere’.

Di strada ne è stata fatta tanta, eravamo “ausiliari” dei medici e siamo diventati “autonomi” e responsabili di tutto ciò che facciamo. Davvero passi da gigante per un “mestiere” vecchio come la storia dell’uomo ma per una PROFESSIONE piuttosto giovane.

Oggi siamo tanti in Italia, l’Università “sforna” infermieri in sovrannumero rispetto alle capacità che ha il Sistema Sanitario Pubblico e Privato di assorbirli, la domanda di lavoro è maggiore dell’offerta e come accade sempre in economia, il prodotto si svaluta.

Con numeri come quelli attuali, in cui ad una preselezione per l’accesso ad un concorso pubblico si presentano più 12.000 PROFESSIONISTI e passano soltanto i primi 2.500 (rapporto 1 a 4 ad essere ottimisti), mi pare evidente come la Preselezione sia diventata la prova più importante nonché la più difficile da superare.

Bene, allora mi sembrerebbe LOGICO che più di 12.000 laureati in un ambito ben specifico ovvero l’infermieristica, vengano selezionati e valutati per ciò che hanno studiato durante il loro percorso universitario.

E invece no, chi dovrebbe assumerci ha deciso di buttare al rogo le conoscenze specifiche che caratterizzano la nostra professione e di inserirle solo qua e là in un test preselettivo (quello dell’ESTAR) zeppo di domande di logica matematica, cultura generale e comprensione del testo.

In tutto 80 domande + un testo di mezza pagina scritto a caratteri microscopici da fare in 70 minuti di cui: 10 domande di comprensione del testo, circa una trentina di cultura generale e logica matematica e solo più o meno 40 domande relative al nostro percorso di studi (il 50%).

Tutto questo deve essere fatto VELOCEMENTE perché tempo per riflettere non c’è: con meno di un minuto a domanda, un testo da leggere e ragionamenti di logica matematica da impostare non rimane nemmeno il tempo di capire che cosa stai facendo.

Tra alte mille, alcune domande mi saltano in mente: comprensione del testo????!!!! Siamo professionisti LAUREATI e dovremmo non essere in grado di comprendere un testo?? Per assumermi hai davvero bisogno che io sappia risolvere sillogismi???Tutto questo che c’entra con la mia professione?

Credo che sia fondamentale che gli infermieri vengano valutati nelle prove concorsuali e preconcorsuali per ciò che dovranno realmente sapere quando lavoreranno per il sistema sanitario: che cos’è un falso ideologico e un falso materiale, quali sono i segni e sintomi di un’ ipoglicemia piuttosto che di un’angina, che cosa fare in caso di reazione trasfusionale piuttosto che in caso di una lesione da decubito con necrosi.

Sono così tante le cose che dobbiamo conoscere che non basterebbero 10.000 domande per sondarle tutte, e credo che sia interesse di tutti, del cittadino come del Sistema Sanitario Nazionale, avere a disposizione infermieri CONSAPEVOLI di ciò che sono, sicuri delle proprie conoscenze e di quali sono le loro RESPONSABILITA’, solo così ci potrà essere una svolta, solo così ci sarà assistenza di qualità, solo così i cittadini cominceranno a percepire la categoria “infermiere” come qualcuno di realmente preparato, pronto a diagnosticare i problemi assistenziali e sviluppare un piano personalizzato di assistenza con risultati concreti ed importanti sia per il singolo che per la collettività perché non produciamo beni, produciamo salute.

Ma tutto questo purtroppo non sarà possibile fino a quando ci sarà un sistema di selezione “generalista” in cui la selezione non si fa sulle conoscenze ma solo sulla difficoltà di completare un test così complesso in pochissimo tempo e con domande non pertinenti alla professione. Forse rispecchia un’ pò quello che è la realtà oggi, l’infermiere deve “fare” non riflettere.

Per chi come me ha ancora la voglia e la forza di credere che le cose possano cambiare è davvero molto dura; nemmeno l’accesso al lavoro, diritto Costituzionale, sembra essere giusto.

Ti chiedi perché hai studiato libri di infermieristica e clinica medica quando forse era meglio un bel libro di logica!!!

Che tristezza, ma #ioNONcisto.

Federica Danti

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