L’infermiere scolastico è il tema dell’intervista alla parlamentare del M5S in esclusiva su NurseTimes
L’on. Mammì è stata la promotrice di un ordine del giorno per l’introduzione dell’infermiere scolastico accolto dal Governo, durante l’esame DL Proroghe a Montecitorio.
Conosciamo meglio la figura dell’infermiere scolastico insieme alla parlamentare del M5S.
Chi è l’infermiere scolastico?
Mammì: L’ECDC (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) ha ben compreso la centralità del ruolo che potrebbe rivestire l’infermiere scolastico per il controllo sanitario all’interno delle scuole.
D’altronde si tratta di una figura già istituita per legge e operativa in molti altri paesi del mondo, dal Regno Unito, ai Paesi del Nord Europa, nella vicina Spagna e negli Stati Uniti, dove è caratterizzata per le sue funzioni di controllo sanitario e di raccordo con il medico di medicina generale, gli specialisti, il distretto socio-sanitario, la scuola e la famiglia.
La prima esperienza di assistenza infermieristica risale addirittura al 1902, quando in una scuola negli Stati Uniti fu assunta un’infermiera, di nome Lina Rogers; che per far fronte al problema dell’assenteismo venne chiamata per sviluppare dei piani di assistenza sanitaria per gli studenti e i propri genitori, correlati alle malattie trasmissibili.
In breve tempo i confortanti risultati ottenuti dai suoi interventi spinsero le amministrazioni ad estendere la presenza dell’infermiere in tutte le scuole di New York.
Per l’Italia si tratterebbe di una nuova figura che, ispirandosi alla positiva esperienza degli altri Paesi, si occuperebbe della prevenzione sanitaria, della gestione del processo assistenziale degli studenti, dell’analisi dei bisogni di salute della comunità scolastica, della garanzia della continuità assistenziale, della promozione della salute, nonché dell’educazione alla salute e dell’attività di ricerca e di consulenza.
Un ruolo nuovo che, soprattutto in tempi di emergenza sanitaria come quello che stiamo attraversando, potrebbe contribuire significativamente al conseguimento degli obiettivi individuati.
Cosa prevede la sua proposta?
Mammì: La mia proposta nasce dalla consapevolezza che l’imminente riapertura dell’anno scolastico dal punto di vista epidemiologico comporta un possibile aumento del rischio della circolazione del virus nella scuola e nella comunità.
La proposta è pertanto finalizzata a consentire una riapertura in maggiore sicurezza delle scuole, tramite l’introduzione in tutti gli istituti scolastici della figura di un professionista sanitario quale l’infermiere.
Un infermiere con funzioni di sorveglianza sanitaria, di monitoraggio sulla corretta applicazione delle misure anti-COVID per prevenire i contagi, di controllo dei bisogni assistenziali degli alunni, allertando e attivando in caso di necessità il medico del dipartimento di prevenzione a cui il plesso scolastico fa riferimento.
Nella mia proposta ipotizzo anche la possibilità di affidare all’infermiere scolastico dei ruoli di docenza attraverso percorsi didattici di educazione alla salute, promuovendo stili di viti salutari, basati su corrette abitudini alimentari e attività sportive, oltre allo sviluppo di iniziative di prevenzione tese a prevenire fenomeni quali alcolismo, tossicodipendenza e bullismo.
Ho proposto anche di affidare a questa figura il ruolo di referente scolastico, o di suo assistente, per il Covid-19, così come delineato nell’ultimo rapporto dell’Isitituto Superiore di Sanità contenente le indicazioni volte fronteggiare l’epidemia di Sars-COV-2 negli istituti scolastici.
Le funzioni di referente scolastico riguarderanno la tenuta di un registro degli eventuali contatti tra alunni e/o personale di classi diverse, la segnalazione di eventuali assenze per motivi di salute riconducibili al Covid-19, la collaborazione coi genitori degli alunni quanto alla misurazione giornaliera della temperatura corporea.
Compiti che possono essere ben assolti o coadiuvati dall’infermiere scolastico.
Nel corso di tutta l’emergenza sanitaria gli infermieri hanno dato prova di grande professionalità e coraggio ed anche in questa nuova e delicata fase, sono certa che sarebbero all’altezza di questa sfida, contribuendo con le loro competenze ad offrire, tramite riconoscimento di un ruolo specifico, un servizio di estrema utilità a tutela degli studenti e, di conseguenza, delle loro famiglie.
Quanti infermieri verrebbero assunti, da quale Ente e con quale contratto?
Mammì: Non è nelle mie facoltà dirle con certezza il numero dei professionisti che verrebbero assunti, ma considerando che dovranno essere in misura tale da soddisfare le esigenze degli studenti dei circa 57000 istituti di istruzione statali e parificati presenti in Italia, garantendo almeno la presenza di un infermiere scolastico nelle circa 9000 sedi principali degli istituti scolastici il numero di risorse da impiegare dovrebbe essere questo.
In merito alle assunzioni, potrebbero essere per esempio effettuate sia mediante la sottoscrizione di contratti libero professionali sia, e a mio avviso in via prioritaria, scorrendo le graduatorie di precedenti concorsi pubblici.
Per il futuro si potrebbe ipotizzare di ricorrere alle assunzioni anche attraverso bandi regionali indetti dalle Aziende Sanitarie Locali. Prevederei anche di affidare il coordinamento delle risorse assunte a dei referenti individuati dai Dipartimenti di Prevenzione.
Quali sarebbero le sue competenze all’interno delle scuole?
On. Mammì: Partirei dalla definizione delle funzioni proprie dell’infermiere in generale che possono riassumersi in attività di prevenzione delle malattie e assistenza ai malati e ai disabili di ogni età, educazione sanitaria e partecipazione all’identificazione dei bisogni di salute della persona e della collettività.
In ambito scolastico le funzioni dell’infermiere scolastico, così come delineate, proprio per la caratteristica di comunità insita nelle scuole, trovano innanzitutto una naturale collocazione in quelle proprie dell’infermiere di famiglia e comunità, figura introdotta dal Patto per la Salute, dal D.L. 19 maggio 2020, n.34 e già prevista in una mia proposta di legge presentata nel 2018.
All’atto pratico i principali compiti ipotizzabili in capo all’infermiere scolastico, che ho previsto anche in un’altra proposta di legge che mi appresto a depositare, sono quelli della sorveglianza e assistenza sanitaria, di prevenzione e di educazione sanitaria.
Faccio degli esempi: per quanto riguarda le attività di prevenzione e controllo del rispetto delle regole anti-Covid dovrà garantire un adeguato ricambio d’aria nelle classi per impedire di raggiungere la concentrazione virale contagiosa nell’ambiente chiuso della classe; assicurare il regolare svolgimento di attività all’aperto nei plessi scolastici (considerando che è uso da parte di molti docenti di impartire punizioni agli studenti quali la privazione di uscire negli spazi aperti dei plessi scolastici durante la ricreazione), sorvegliare sul rispetto delle norme igienico-sanitarie nello svolgimento delle le pulizie degli ambienti scolastici, sorvegliare sul rispetto delle norme di igiene alimentare negli ambienti della mensa e della cucina scolastica (a parte i controlli delle ASL).
Lei prevede uno scontro tra le professioni mediche e infermieristiche dopo l’approvazione di questa figura da parte del Governo?
On. Mammì: Non credo proprio. Le funzioni cui assolverebbe l’infermiere scolastico prevedono una costante collaborazione con i medici di varie specialità, come i medici di base o i pediatri di libera scelta; quindi più che di scontro parlerei di sana e costruttiva interazione con i servizi territoriali che sarebbero a pieno titolo coinvolti nel monitoraggio e nella risposta sia ai casi sospetti e confermati di COVID-19 sia nell’attuazione di strategie di prevenzione a livello comunitario.
Redazione NurseTimes
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