Home Cittadino Epilessia, da studio italiano nuovi dati su efficacia e tollerabilità del farmaco brivaracetam
CittadinoFarmacologiaNT News

Epilessia, da studio italiano nuovi dati su efficacia e tollerabilità del farmaco brivaracetam

Condividi
Epilessia, un nuovo dispositivo può fermare le crisi sul nascere
Condividi

I risultati di BRIVAFIRST e di due sue sottoanalisi sono stati presentati al Congresso Lice.

Nel corso della alla 45esima edizione del Congresso Lice (Lega italiana contro l’epilessia) sono stati presentati i dati dello studio italiano BRIVAFIRST (BRIVAracetam add-on First Italian netwoRk STudy), nato dalla collaborazione di sei network macroregionali, che ha valutato in real world l’efficacia e la tollerabilità del farmaco antiepilettico brivaracetam come terapia in add-on nei pazienti con epilessia a esordio focale.

Condotto su circa 1.000 pazienti, ha coinvolto oltre 60 centri specialistici in tutto il territorio nazionale. L’osservazione clinica è stata condotta su pazienti che erano in trattamento con almeno un farmaco anticrisi a dosaggio stabile durante i 90 giorni precedenti l’introduzione di brivaracetam e si è estesa per i 12 mesi di follow up.

In una sottoanalisi dello studio sono stati confrontati i dati di pazienti con età superiore a 65 anni rispetto a quelli di età inferiore. I pazienti anziani con epilessia rappresentano, infatti, un gruppo clinico distinto e più vulnerabile rispetto ai più giovani, e sono generalmente sottorappresentati negli studi randomizzati controllati con placebo.

La dose giornaliera mediana di brivaracetam è stata di 100 mg a tre mesi e di 150 mg a sei e dodici mesi. Nello specifico, a dodici mesi il 44,1% dei pazienti più anziani e il 36,4% di quelli più giovani hanno avuto una riduzione della frequenza di crisi al basale di almeno il 50%, e i tassi di libertà dalle crisi erano del 31,5% e del 14,6% rispettivamente nel gruppo dei più anziani e in quello dei più giovani.

Durante il periodo di studio di un anno la percentuale di interruzione del trattamento è stata del 18,0% nei pazienti del gruppo over 65 e del 26,7% in quello dei pazienti più giovani. L’interruzione del trattamento per insufficiente efficacia è stata meno comune nei pazienti più anziani (6,3%) rispetto a quelli più giovani (16,6%). Gli eventi avversi sono stati riportati dal 24,2% dei pazienti anziani e dal 30,8% dei pazienti più giovani. Gli eventi avversi più comuni sono stati sonnolenza, nervosismo e/o agitazione, vertigini e affaticamento in entrambi i gruppi di studio.

Un’altra sottoanalisi dello studio BRIVAFIRST conferma l’efficacia del brivaracetam quale terapia add on in pazienti che hanno sviluppato epilessia a seguito di un ictus. Un gruppo di pazienti particolarmente difficili da trattare, anche perché le evidenze sul profilo clinico dei farmaci antiepilettici nel contesto della epilessia post-stroke sono attualmente limitate.

Lo scopo di questo studio era quello di valutare l’efficacia e la tollerabilità a dodici mesi di brivaracetam in pazienti con epilessia post-stroke trattati in un contesto reale. Si tratta di una delle cause più comuni di epilessia acquisita e rappresenta circa il 10-15% di tutte le nuove diagnosi. Si stima che circa il 5% di chi sopravvive a un ictus sperimenterà episodi di convulsioni dopo l’evento acuto.

I pazienti inclusi in questa sotto analisi dello studio BRIVAFIRST erano 75 e avevano un’età media di 57 anni. Le dosi giornaliere del farmaco a tre, sei e dodici mesi dall’inizio del trattamento erano rispettivamente 100, 125 e 100 mg. Gli esiti dell’efficacia includevano i tassi di risposta alle crisi (≥50% riduzione della frequenza delle crisi al basale), libertà dalle crisi e interruzione del trattamento. La sicurezza e la tollerabilità comprendevano il tasso di interruzione del trattamento a causa di eventi avversi e l’incidenza di questi ultimi.

A dodici mesi, oltre il 40% dei pazienti trattati con brivaracetam ha registrato una riduzione di oltre il 40% della frequenza delle crisi al basale e il tasso di libertà dalle crisi è stato del 34,7%. Durante il periodo di studio di un anno il 13,3% pazienti ha interrotto il trattamento: l’8% per insufficiente efficacia, il 5,3% per scarsa tollerabilità. Gli eventi avversi sono stati riportati dal 20,3% dei pazienti, e sono stati classificati come lievi nell’84,6% dei casi e moderati nel 15,4%. Un elemento molto importante da sottolineare è che il brivaracetam ha scarse interazioni con altri farmaci e nessuna con i nuovi anticoagulanti orali, generalmente prescritti a chi ha avuto un evento ischemico.

Redazione Nurse Times

Condividi

Lascia un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli Correlati
Asl CN2 (Alba-Bra): avviso pubblico per un posto da infermiere pediatrico
Avvisi PubbliciLavoroNT NewsPiemonteRegionali

Asl Cuneo 2: avviso pubblico per un posto da infermiere pediatrico

L’Asl Cuneo 2 (Alba e Bra) ha indetto un avviso pubblico, per...

Etica & DeontologiaFNopiInfermieriNT News

Approvato l’aggiornamento del Codice Deontologico: nuove linee guida per la professione infermieristica

La sanità e la professione infermieristica sta per entrare in una nuova era. Durante una seduta...

NT NewsPugliaRegionali

Acquaviva (Bari), due infermieri aggrediti dalla figlia di una paziente al Miulli

Due infermieri in servizio al Pronto soccorso dell’ospedale Miulli di Acquaviva delle...