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Epidemia di polmonite nel Bresciano: oltre 150 casi

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Epidemia di polmonite nel Bresciano: oltre 150 casi
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Ats, Regione Lombardia e ministero della Salute stanno monitorando la situazione. Non è escluso che il responsabile sia un batterio presente nell’acqua.

È allarme polmonite nel Bresciano. Gli ultimi giorni hanno fatto registrare oltre 150 casi nella zona compresa tra Montichiari e Calvisano.

Proprio a Calvisano e a Carpenedolo si sono verificati due decessi sospetti: rispettivamente quello di una donna 69enne e quello di un signore 84enne. L’Agenzia di tutela della salute di Brescia, che sta indagando sulle cause dell’epidemia, si è però affrettata a chiarire che le morti non sono imputabili alla Legionella, il batterio responsabile di una grave forma di polmonite, detta appunto legionellosi. Posizione, questa, sostenuta anche dal sindaco di Carpenedolo, Stefano Tramonti.

Non è escluso, comunque, che l’epidemia sia dovuta a un batterio presente nell’acqua. Ecco, allora, la necessità di un vertice tra i gestori degli acquedotti e Ats Brescia, che presto incontrerà anche i sindaci della Bassa Bresciana Orientale. Intanto Carmelo Scarcella, direttore di Ats, ha annunciato: “Abbiamo stilato una serie di raccomandazioni per i cittadini”.

Così, invece, l’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera: “Regione Lombardia, attraverso Ats Brescia, sta proseguendo con gli approfondimenti e le indagini volte a individuare possibili correlazioni tra i casi di polmonite che si stanno manifestando da alcuni giorni nei territori della Bassa Bresciana orientale. Ad oggi risultano 121 gli accessi per polmonite al pronto soccorso dei presidi ospedalieri di Montichiari, Manerbio, Desenzano del Garda, Gavardo, Asola, Castiglione delle Stiviere e Mantova. Di queste 121 persone, 109 sono residenti o domiciliati nel territorio di Ats Brescia e 12 in Ats Valpadana. Sul totale degli accessi, 107 sono ricoverati. Anche l’Istituto superiore di sanità è coinvolto nel percorso di valutazione del caso”.

Sul tema va segnalata anche una nota della Direzione generale Prevenzione, che recita:

“In accordo con le Linee guida per la prevenzione ed il controllo della Legionellosi, la Regione Lombardia sta procedendo alla coltura delle secrezioni bronchiali o dell’espettorato di tutti i pazienti ricoverati con diagnosi di polmonite di natura da diagnosticare. La ricerca eziologica è indirizzata anche verso altre possibili cause.

Fermo restando le inchieste epidemiologiche in corso per identificare eventuali luoghi comuni di possibile esposizione, è stata effettuata una verifica con i gestori degli acquedotti dei comuni bresciani interessati, confermando che non vi sono interconnessioni strutturate fra gli stessi che giustifichino un interessamento dei differenti comuni. Tuttavia, sono in corso le analisi conoscitive sull’acqua potabile prelevata nei comuni con più casi e sono state fornite alla popolazione le informazioni necessarie nei confronti del rischio legionella”.

Sempre con una nota è poi intervenuto il Governo:

“Il ministero della Salute sta monitorando con attenzione, fin dai primi casi registrati, la situazione che si sta determinando nelle provincie di Brescia e Mantova, dovuta all’intensificarsi di casi di polmonite di origine verosimilmente batterica e particolarmente aggressiva. L’Istituto superiore di Sanità ha ricevuto tutto il materiale organico relativo ai pazienti ricoverati e sta eseguendo in queste ore le dovute analisi batteriologiche. Appena i risultati delle indagini saranno completati, il ministero della Salute metterà in atto ogni azione necessaria per il superamento dell’emergenza. Il ministero è in costante contatto con i responsabili sanitari del territorio”.

Redazione Nurse Times

Fonti: www.ansa.it – www.salute.gov.it

 

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