Rilanciamo un approfondimento sul tema a cura di GVM – Care & Research.
L’epicondilite è un’infiammazione dei tendini che collegano i muscoli dell’avambraccio alla parte esterna del gomito (epicondilo laterale). Questa patologia è nota anche come gomito del tennista, dal momento che molte persone che praticano questo sport ne soffrono. Infatti l’azione ripetuta di piegare e distendere il braccio, eseguendo torsioni e sostenendo il peso della racchetta, è una delle cause più frequenti di epicondilite, a causa del sovraccarico funzionale che si verifica principalmente quando i muscoli e i tendini del gomito sono costretti a sforzi eccessivi.
I racchettoni in spiaggia sono un passatempo molto diffuso, ma senza le giuste precauzioni potrebbero provocare fastidiosi traumi, soprattutto in sportivi occasionali non allenati. Per questo è importante riconoscere i sintomi dell’epicondilite, che all’inizio si manifesta con un dolore sotto al gomito che può irradiarsi all’avambraccio. Il dolore può essere accompagnato dal gonfiore e può aumentare se si eseguono i movimenti incriminati, come ad esempio giocare a racchettoni o a beach tennis, ma anche gesti quotidiani che implicano un movimento torsionale, come svitare barattoli, bottiglie d’acqua, ecc.
Presa allo stadio iniziale, l’epicondilite è un’infiammazione fastidiosa, ma che può essere trattata semplicemente con qualche giorno di riposo. Si tratta infatti di una condizione autolimitante, e ciò significa che tende alla guarigione spontanea con il riposo. In casi più avanzati potrebbe però essere necessario ricorrere a pomate antinfiammatorie locali o a terapie manuali.
Tuttavia, se si continua a sollecitare i tendini nonostante i campanelli d’allarme, l’infiammazione potrebbe diventare severa e richiedere cure più invasive. Ad esempio potrebbero diventare necessarie terapie farmacologiche antinfiammatorie e antidolorifiche. Nei casi più avanzati, se i sintomi non rispondono dopo 6-12 mesi di trattamenti convenzionali, il medico può raccomandare un intervento chirurgico. Sebbene l’operazione di svolga generalmente in anestesia locale e in forma ambulatoriale, dopo l’intervento è comunque necessario un periodo di riabilitazione. Meglio allora imparare a riconoscere i primi sintomi e mettersi a riposo per qualche giorno.
Come prevenire l’epicondilite senza rinunciare ai racchettoni – Sebbene giocare a racchettoni sia una delle attività a rischio epicondilite, non è detto che bisogna rinunciarci. Meglio, piuttosto, usare alcune accortezze:
- Non eccedere nel tempo passato a giocare, soprattutto se si pratica questa attività amatorialmente, solo in estate e senza un’adeguata preparazione fisica.
- Assicurarsi che il peso della racchetta utilizzata sia proporzionato alla propria forza.
- Se si pratica beach tennis regolarmente, anche con allenamenti e partite, bisognerà ricordare che anche osservare dei giorni di pausa dall’attività sportiva è importante.
Soprattutto, però, bisogna dare ascolto al proprio corpo: quando si accusa dolore o fastidio, è meglio non forzare e fermarsi per alcuni giorni, verificando che la sintomatologia rientri da sé. Se l’infiammazione persiste, è opportuno rivolgersi al medico per valutare se sono necessari accertamenti e terapie.
Redazione Nurse Times
Fonte: GVM – Care & Research
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