Si chiama Migraine Relief Room ed è il progetto presentato da Novartis alla Milano Design Week.
Una stanza confortevole, dalle tinte tenui e le luci soffuse, senza rumori, con coperte di diversi materiali, a disposizione e arredata con un divano, una poltrona e un cucinino. Un luogo, chiamato Migraine Relief Room, che può essere creato in ogni azienda per aiutare i dipendenti che soffrono di emicrania, disturbo che colpisce solo in Italia 6 milioni di persone, in prevalenza donne, facendo perdere in media 16,8 giorni di lavoro all’anno (13,6 quelli persi dagli uomini). È il progetto che Novartis, multinazionale svizzera della farmaceutica, ha presentato alla recente Milano Design Week.
Spiega Pasquale Frega, amministratore delegato e country president di Novartis Italia: «La nostra ambizione è re-immaginare la medicina, e vogliamo farlo a partire dall’emicrania, con il progetto “Reimagine Medicine: re-Design migrarne”. L’idea di un luogo interamente dedicato a chi soffre di questa patologia è nata proprio in seno alla nostra azienda: abbiamo fatto un sondaggio tra i nostri dipendenti e abbiamo scoperto che la maggior parte ne soffriva direttamente o aveva un parente vittima dell’emicrania. Abbiamo quindi iniziato a concentrarci su queste persone: volevamo dar loro modo di avere uno spazio adeguato nell’azienda, perché è chiaro che possono lasciare il lavoro ogni volta che subiscono un attacco. Per loro, però, sarebbe di conforto sapere che anche sul posto di lavoro possono avere un’area in cui trovare sollievo, lontano da tutto e tutti».
La testimonianza – «Soffro di emicrania da 24 anni e, quando sperimento un attacco sul posto di lavoro, il desiderio più forte è essere a casa o almeno in un luogo protetto», racconta Federica Grossi, giovane paziente che ha fatto parte dell’advisory board istituito da Novartis per la creazione della Migraine Relief Room. Grossi, che è anche delegata del Cima (Centro italiano ricerche neurologiche avanzate) e fa parte dell’Associazione Pazienti Al.Ce dell’Europa Centrale, spiega poi: «Il dolore, che si pensa sia il fattore principale dell’emicrania, spesso non lo è. Ciò che diventa insopportabile è l’ipersensibilità agli stimoli esterni, come la luce, gli odori, i suoni e anche i colori. Per questo il lavoro d’ufficio diventa impossibile».
E infatti nella Migraine Relief Room qualsiasi stimolo esterno è stato eliminato: i pazienti potranno regolare le luci fino a eliminarle, per rimanere al buio, potranno utilizzare le coperte di cotone, lana, lino per coprirsi in caso di attacco di freddo – a cui spesso sono soggetti – e potranno godere del silenzio dovuto alla lontananza da tutte le altre stanze.
«L’emicrania è spesso considerata solo un mal di testa, ma è un errore, perché si ignora l’impatto che ha sulla vita quotidiana», chiarisce Piero Barbanti, responsabile dell’Unità per la cura e la ricerca su cefalee e dolore dell’Irccs San Raffaele Pisana di Roma, nonché presidente dell’Associazione neurologica per la ricerca su cefalee Anircef. «Uno dei problemi – aggiunge – è lo stigma di essere giudicati se ci si assenta dal lavoro. Purtroppo i pazienti vivono in condizioni invalidanti, ma per la paura di sentirsi giudicati fanno enormi sforzi. Ecco perché dobbiamo capire che l’emicrania è una malattia, che costa all’Italia 20 milioni di euro l’anno a causa di visite da specialisti “sbagliati”, mentre il 57% della popolazione va a curarsi in un’altra regione perché pensa di non essere seguito bene dai medici a cui si rivolge».
Redazione Nurse Times
Fonte: La Stampa
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