Le elezioni dei Collegi Ipasvi imperversano in tutto il Paese, con tanto di mirabolanti promesse di crescita e tutela nei confronti della martoriata professione infermieristica, dilaniata da contrasti interni e continue crisi d’identità, umiliata da demansionamento, scarso riconoscimento e offerte di lavoro folli, derisa e bombardata quotidianamente dai media.
E anche questa volta, così come le altre, sono davvero in pochi ad andare a votare. Per carità, il fatto che per farlo bisogna necessariamente recarsi al Collegio di appartenenza, nell’epoca del digitale e della posta certificata, oltre a sapere di antico è davvero scomodo e in grado di far rinunciare anche i guerriglieri più vogliosi di cambiamento. Di fondo, però, la realtà dei fatti non fa che sussurrare come agli infermieri continui a importare relativamente poco della propria professione. Nonostante tutto. Lo sento nelle risposte di tanti colleghi (troppi) e nei loro silenzi, quando chiedi loro: “Sei andato a votare?”.
La realtà, certo. Poi, invece, per quanto riguarda chiacchiere, lamentele, invettive contro questo, contro quello, contro i Collegi, contro la Federazione e anche contro chi prova a dare il proprio modesto contributo (GRATIS) per risollevare le sorti di questa categoria di pseudo professionisti, mettendoci la faccia… si è degli indiscussi campioni, soprattutto in quegli spazi dove la propria opinione non conta assolutamente nulla ed è una goccia nel mare, che si dissolve presto e che non lascia strascichi: i social network.
Come accade spesso in Italia, quindi, purtroppo anche per la categoria degli infermieri tutto sembra dovuto. A prescindere. Senza doveri. Senza la benché minima voglia di partecipare per creare la propria rappresentanza e per far sì che l’organo di tutela della propria categoria venga finalmente gestito come si pensa debba essere fatto.
“Io ho da fare, non posso andarci. Ci penserà qualcun altro”, si giustificano. Magari qualche mente illuminata. Qualche dirigente. Qualcuno con più esperienza, che ne sa di più o che ha semplicemente più voglia di farlo. Così i giovani pensano: “Ci andranno sicuramente gli anziani, noi ci siamo laureati da poco, cosa ne sappiamo di certe cose?”. E gli anziani si dicono: “Siamo stanchi, noi abbiamo già dato. Sono i giovani che devono andare a votare, il futuro è roba loro”.
Quindi a votare (e mi riferisco a tutta l’Italia), ci vanno sempre gli stessi. Magari legati alle vecchie liste, ai sindacati, alle cooperative, alle associazioni, a qualche setta, tribù, mossi da chissà qualche potere intenzionato a far rimanere le cose come sono e soprattutto le poltrone ben adese a certi pigrissimi deretani.
Comunque oggi, 28 novembre 2017, è l’ultimo giorno di votazioni al Collegio di Roma, un Collegio enorme e molto importante nel panorama nazionale. Diamo un segnale importante, cari infermieri: ANDIAMO TUTTI A VOTARE! Oppure smettiamola di tappezzare il web (e non solo) con inutili sproloqui senza senso. E senza seguito.
Alessio Biondino
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