L’emergenza Coronavirus ha incentrato l’attenzione sulla categoria infermieristica facendo comprendere a molte persone quanto siano importanti i professionisti della salute in Italia.
Tutto ciò ha generato non poco malcontento tra gli appartenenti alla categoria, spesso costretti a turni massacranti per la costante carenza di personale e vittime della maleducazione o dei comportamenti folli di molti utenti.
Pubblichiamo di seguito il messaggio scritto da un infermiere italiano, rivolto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
L’autore si chiama Giuseppe Spadaro, ha 48 anni ed è nato a Desio. Svolge la professione di infermiere da 24 anni, è padre di 4 figli, ed è costretto a quotidiani salti mortali insieme alla moglie infermiera per far quadrare il bilancio famigliare, a causa di uno stipendio da dipendente privato bloccato da 13 anni. È anche un Laureando in giurisprudenza al 5º anno, appassionato di politica, teologia, buon cibo e arte sacra.
Riportiamo di seguito il suo pensiero in versione integrale:
Presidente della Repubblica MATTARELLA,
adesso giustamente tutti vi ricordate degli infermieri, che non sono né eroi né missionari e che non vogliono diventarlo, che a casa hanno moglie, figli e mutui da pagare e a volte genitori anziani da accudire.
Almeno rinnovateci il contratto nella sanità privata bloccato da 13 anni e in generale dateci stipendi più dignitosi. Inoltre se qualcuno dovesse morire per il contagio dal CORONAVIRUS pensate alle nostre famiglie, perché con lo stipendio da fame che prendiamo, oltre a lasciare i figli orfani li lasciamo anche poveri e quando il clamore sarà passato lo Stato si dimenticherà di loro.
Ricordo che i soldati in missioni estere pericolose percepiscono giustamente stipendi più alti proprio per i rischi che affrontano.
Propongo una legge che in casi del genere come questo predisponga una particolare indennità e assicurazione equiparata all’alta probabilità che un eventuale contagio possa causare la morte del lavoratore.
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