Venturi radiato dall’Ordine dei Medici di Bologna: ecco l’atto di accusa presentato dall’OMCeO bolognese
Le motivazioni alla base del provvedimento disciplinare che ora l’assessore regionale (e medico) ha impugnato.
L’Ordine dei medici di Bologna ha deciso di radiare Sergio Venturi, assessore regionale alla sanità, perché ha contribuito ad elaborare prima e proposto poi alla Giunta la famosa delibera del 2016 su ciò che devono fare gli infermieri sulle ambulanze, il cui contenuto violerebbe il codice deontologico.
È questo, in estrema sintesi, il fulcro delle motivazioni del provvedimento disciplinare emesso il 30 novembre scorso dalla commissione medica dell’Ordine, presieduta da Salvatore Lumia in quanto il presidente Giancarlo Pizza era assente.
Il 19 aprile Venturi ha presentato ricorso alla Cceps, la Commissione centrale esercenti la professione e sanitaria, giudice supremo in materia disciplinare: trascorsi 30 giorni, durante i quali le parti potranno produrre altra documentazione, la Commissione fisserà la data per l’udienza.
È proprio la sentenza della Cceps del luglio 2017, quella con cui sono state prescritte le sospensioni di otto medici coinvolti sempre nella vicenda 118, sospensioni decretate nel marzo 2016, quella che da sostanza alle motivazioni della radiazione.
Là dove la commissione, si legge, «ha inteso sottolineare che le determinazioni della Asl relative ai protocolli operativi di cui trattasi, pur trovando supporto nell’atto deliberativo regionale, si pongono in contrasto con il codice deontologico».
Ecco perché «risulta allo stato fuor di dubbio la ritenuta contrarietà al codice deontologico del contenuto della delibera n. 508/2016 della giunta regionale dell’Emilia-Romagna e delle derivate istruzioni operative, in quanto già oggetto di vaglio dell’autorità giudiziaria rappresentata dalla Cceps».
Delibera regionale approvata nell’aprile del 2016, quindi dopo il pronunciamento della commissione. Nelle motivazioni viene anche smontato uno degli aspetti della difesa di Venturi, ovvero che avesse agito da assessore e che l’atto fosse stato deliberato dall’intera giunta regionale.
«Il dottor Venturi – si legge – si è trovato ad operare in “condizioni istituzionali” di assessore alle politiche della salute, che non è condizione esentante dall’osservanza dei canoni deontologici, anzi». Dunque «risulta pacifico che la delibera di giunta regionale abbia trovato il fattivo supporto preparatorio e propositivo da parte del dott. Venturi, al di là dell’atto deliberativo collegiale conclusivo m cui detta attività è confluita».
La commissione dell’Ordine risponde anche a chi ha chiesto perché non siano stati impugnati gli atti amministrativi, considerati contrari alle regole deontologiche, davanti al tribunale amministrativo, rendendo cosi gli atti stessi inoppugnabili. Un aspetto sottolineato anche dalla Ceps nelle risposte ai medici sospesi.
Ebbene, «che la delibera sia divenuto atto inoppugnabile in via amministrativa e giudiziaria non è argomento che rileva in sede deontologica, ne è argomento che solleva l’iscritto (Venturi, ndr) dall’eccepibilità circa la contrarietà ai canoni deontologici dei contenuti della stessa, così come contribuiti ad elaborare prima e proposti alla giunta poi».
Come detto, contro questo provvedimento disciplinare Venturi ha presentato ricorso non solo alla Ceps ma anche alla Corte di Cassazione.
La Regione invece l’ha impugnato davanti alla Consulta, perché “è stata invasa l’autonomia costituzionalmente riservata alla competenza regionale in materia di tutela della salute”. Per non dire dell’inchiesta aperta dalla Procura che ha indagato per abuso d’ufficio nove medici, quelli della commissione che votarono a favore della radiazione.
Inchiesta contro la quale l’Ordine guidato da Pizza ha presentato un esposto alla Procura di Ancona.
Redazione NurseTimes
Fonte: Corriere di Bologna
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