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Ebola in Congo, è emergenza internazionale

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Ebola in Congo, è emergenza internazionale
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Emanata una circolare ministeriale con misure di sorveglianza e raccomandazioni per viaggiatori e residenti nelle zone contaminate.

Il ministero della Salute ha emanato una circolare con le misure di sorveglianza e le raccomandazioni per i viaggiatori e residenti nelle zone affette da Ebola nella Repubblica democratica del Congo. Il 17 luglio 2019 il Comitato d’emergenza previsto dal Regolamento Sanitario Internazionale (RSI 2005) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha valutato che l’attuale epidemia da virus Ebola nelle province di Nord Kivu e Ituri, in Repubblica Democratica del Congo, costituisce un’emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale.

Il Comitato ha analizzato l’attuale situazione, notando un aumento dei casi a Butembo e Mabalako. L’epicentro dell’epidemia si è spostato da Mabalako a Beni, che nelle ultime tre settimane ha registrato il 46% dei casi. Un caso importato è stato segnalato a Goma, un’importante centro di scambi commerciali col Ruanda (si stima che circa 15.000 persone ogni giorno passino il confine da Goma al Ruanda), dove è situato un aeroporto internazionale che tuttavia non effettua voli diretti verso i Paesi europei. Sono monitorati oltre 70 punti d’entrata e sinora sono stati effettuati 75 milioni di screening, identificando in tal modo 22 casi. In totale, alla data del 16 luglio 2019, sono stati segnalati 2.522 casi confermati o probabili, con 1.698 decessi. Si sono infettati 136 operatori sanitari, 41 dei quali sono deceduti. L’epidemia continua con una media di 80 nuovi casi segnalati settimanalmente.

Il Comitato ha espresso preoccupazione per la possibile estensione dell’epidemia e per la situazione a Beni, da cui in precedenza il virus si è diffuso in numerose località. Il Comitato ha riconosciuto che il rischio a livello nazionale e regionale, valutato come molto alto, potrebbe aumentare, necessitando un maggior coordinamento internazionale, nell’ambito del Regolamento Sanitario Internazionale (2005). Sussistono, pertanto, le condizioni per una PHEIC (Public health emergencies of international concern). È necessario che venga rafforzato l’impegno internazionale a combattere l’epidemia e vengano resi disponibili maggiori finanziamenti per gli interventi di controllo.

Per i Paesi europei il rischio rimane basso. Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) valuta che la probabilità che un cittadino europeo che vive o che si reca nelle aree affette dall’epidemia contragga l’infezione è bassa, qualora vengano applicate le precauzioni di seguito specificate. Considera inoltre che il rischio di introduzione e ulteriore diffusione di EVD (Ebola virus disease) nei Paesi europei sia molto bassa.

Precauzioni raccomandate alle persone che vivono o si recano nelle zone infette da malattia da virus Ebola
  • evitare ogni contatto con pazienti sintomatici, coi loro fluidi corporei e coi corpi o liquidi corporei di persone decedute;
  • non consumare carne di selvaggina ed evitare i contatti con animali selvatici vivi o morti;
  • lavare e sbucciare (quando appropriato) frutta e verdura prima di consumarle;
  • lavarsi frequentemente le mani con acqua e sapone o con prodotti antisettici;
  • avere rapporti sessuali protetti.

Per saperne di più consulta:

Redazione Nurse Times

Fonte: www.salute.gov.it

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