È stato estratto vivo Stefano Guarniero, speleologo infermiere triestino intrappolato da due giorni in una grotta profonda oltre 200 metro.
Il team di soccorritori è riuscito a riportarlo in superficie utilizzando un’apposita barella. L’infermiere è rimasto gravemente ferito dopo una caduta di oltre 20 metri nella grotta in esplorazione denominata “Frozen”.
La barella con il ferito è uscita alle 12.35 dall’ingresso collocato cento metri più in basso denominato “Turbine”, liberato dal ghiaccio da una squadra di specialisti disostruttori giunti dalle Marche sabato pomeriggio.
È stato elitrasportato all’ospedale di Tolmezzo, dove gli saranno prestare le cure del caso.
Ad eseguire il soccorso in grotta e la risalita dal punto in cui si trovava, a duecento metri di profondità, dodici tecnici inclusi un medico ed un infermiere.
I professionisti sanitari, specializzati in soccorsi in condizione estreme, sono stati i primi a raggiungere Stefano, stabilizzando le sue condizioni di salute e restando sempre al suo fianco, mentre i tecnici organizzavano le manovre di risalita.
Le operazioni sono state seguite passo a passo dall’esterno della grotta tramite collegamento telefonico con l’interno attraverso uno speciale cavo di trasmissione.
I soccorritori hanno potuto comunicare anche con l’esterno della grotta e con il campo base presso la caserma della Guardia di Finanza di Sella Nevea grazie ad uno speciale ponte radio, dato che la copertura per la rete mobile è assente in quota.
Sul posto sono rimasti in trepidante attesa anche i famigliari, che hanno potuto tirare un sospiro di sollievo solo poche ore fa.
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