In questi giorni di emergenza nazionale, sono emerse in maniera incontrovertibile tutte le criticità del nostro SSN, dovute ad anni ed anni di tagli alla sanità: numero di posti letto inadeguato, personale ridotto all’osso, apparecchiature elettromedicali, DPI e presidi non bastevoli, che costringono gli operatori sanitari a lavorare in condizioni poco sicure.
Data la criticità della situazione, tante Aziende Ospedaliere ed ASP, da nord a sud, hanno pubblicato avvisi pubblici urgenti, con lo scopo di reclutare il prima possibile infermieri (non entrando nel merito della questione “lauree anticipate”, sulla quale evito di esprimermi).
In data 13/03/2020 è stato pubblicato, sul sito dell’ASP Palermo (https://www.asppalermo.org/concorsi.asp), un avviso pubblico urgente per far fronte alla carenza di personale infermieristico ed OSS: un avviso che ha fatto molto clamore, rimbalzando sui vari social, accompagnato da sfoghi e lamentele.
Il perché è presto detto: agli infermieri (eventualmente assunti come liberi professionisti, quindi con partita iva e contratto di natura collaborativa) viene offerto un compenso lordo orario di soli 12 euro.
L’ASP di Palermo non è certo l’unica ad offrire questo compenso incongruo (e vergognoso), in quanto purtroppo la tendenza alla svalutazione degli infermieri, del loro lavoro e della loro professionalità, è tendenza che dilaga in tutta la Sicilia.
In un periodo storico simile, nel pieno corso di una pandemia globale, dove le condizioni lavorative sono disastrose, offrire simili offerte lavorative è uno schiaffo nei confronti di una categoria che è chiamata a fronteggiare quest’enorme difficoltà in prima linea, con tutte le conseguenze – anche in termini di salute – che ne conseguono.
La professionalità degli infermieri viene ancora una volta svalutata, data per scontata, venduta per pochi spiccioli e non adeguatamente riconosciuta: gli infermieri vengono visti come professionisti usa e getta, comprati a pochissimo perché scarso è il valore che viene loro attribuito, utilizzati per mettere disperatamente qualche “pezza” ad un SSN che fa acqua da tutte le parti.
Questo genere di proposte lavorative sono la motivazione per cui moltissimi infermieri, pur essendo disoccupati, continuano a rifiutare gli incarichi.
Questa tendenza può essere invertita, ma solo quando inizieremo a dare valore alla nostra professionalità.
Martina Crocilla, fondatrice di Infermieri In Cambiamento
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