La strampalata denuncia di Siro Zilio, figlio di una donna ricoverata nel reparto di Ematologia dell’ospedale di Castelfranco Veneto, in provincia di Treviso, non avrebbe sortito l’effetto sperato.
L‘uomo avrebbe denunciato la mancanza di un letto dedicato ai parenti desiderosi di assistere i propri cari di notte.
Per fare ciò, si sarebbe scattato numerose foto in mutande nel corso dell’iniziativa adottata per sopperire la carenza:
”Costretto a dormire per terra in un sacco a pelo”, recitava uno dei post apparsi su Facebook.
L’uomo di San Zenone degli Ezzelini, ha affidato a Facebook la sua rabbia con tanto di foto esplicativa.
Ben diverso il parere dell’ospedale: “Stiamo raccogliendo documentazione per valutare se procedere per via legale, chiederemo innanzitutto che vengano tolte quelle foto”, ha dichiarato il direttore generale Francesco Benazzi a La Tribuna di Treviso.
“La mia notte di assistenza a mia madre all’ospedale di Castelfranco Veneto, come vedete non ho nessun letto a disposizione. Sono bloccato con la schiena e dovrei anche andare a lavorare.
Queste cose non succedono naturalmente nei paesi normali”, prosegue l’uomo su Facebook, che allega una foto che lo ritrae in mutande, sdraiato per terra accanto al letto della madre.
Zilio si è poi lasciato sfuggire il fatto che, in realtà, la classica poltroncina ci sarebbe, ma “non serve a nulla se tu fai assistenza tre notti alla settimana almeno da un anno e al mattino vai a lavorare.
Una volta il letto per l’assistenza c’era. Ci sono situazioni che possono protrarsi per anni e chi assiste deve anche lavorare“.
“Siamo nel terzo mondo – ha aggiunto – Negli ospedali normali d’Europa non è necessaria l’assistenza perché hanno operatori e infermieri competenti che non necessitano della presenza di parenti.
Però, per una questione di taglio di spese, il genitore te lo devi assistere tu, anche a costo di una crisi di nervi, perché il giorno dopo devi continuare a lavorare anche se sei morto. Non un aiuto, un letto, un cuscino per poter riposare un po’, niente“.
La replica dell’ospedale
“Una situazione molto strana quella a cui ha assistito il personale – spiegano ancora dall’ospedale.
A causa del comportamento dell’uomo, gli infermieri sono stati ostacolati nell’assistenza sia alla mamma che alla paziente che occupa la stanza con lei. Più volte gli è stato detto di avere un atteggiamento più consono a un reparto ospedaliero, ma non c’è stato verso.
Tutto è tornato alla normalità quando se n’è andato. Abbiamo avvisato i familiari affinché la cosa non succeda mai più”.
Lascia un commento