La tragedia che ha coinvolto la città genovese avrà molteplici ripercussioni sulla vita di molte persone.
Il Ponte Morandi difatti collegava il ponente cittadino con la parte di levante. Tutti gli ospedali maggiori della città si trovano nella parte di levante.
San Martino, Galliera e Villa Scassi, precedentemente raggiunti nel giro di pochi minuti grazie al cavalcavia autostradale, ora sono praticamente inaccessibili in tempi utili in situazioni urgenti.
Questo disastro collettivo, quasi sicuramente di origine colposa, inciderà sulle vite di tutti, per moltissimi anni.
I cittadini manifestano grandi preoccupazioni: Ennio Paglieri, operaio Italsider in pensione, 76 anni con una moglie «malata e in bilico», manifesta le proprie preoccupazioni. La consorte ha bisogno di assistenza continua essendo una dializzata in cura all’ospedale Galliera, che però si trovava dall’altra parte del ponte che non c’è più.
«E cosa succederà quando qualcuno si sentirà male qui a Ponente, se avrò un infarto, quanto ci metterà l’ambulanza ad arrivare?».
A rispondere è la Regione Liguria, attraverso alcuni comunicati. Secondo le stime riguardanti le tempistiche di raggiungimento dei Pronto Soccorso in caso di urgenze nella parte di Genova Ovest, è raccomandata l’ospedalizzazione dei pazienti negli ospedali di Savona e Pietra Ligure, a cinquanta e 80 chilometri di distanza.
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