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Donna in arresto cardiaco sul treno delle bici: così Carlo Santucci l’ha tenuta in vita per 40 minuti

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Donna in arresto cardiaco sul treno delle bici: così Carlo Santucci l’ha tenuta in vita per 40 minuti
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Il pomeriggio del 27 agosto 2019 avrebbe potuto trasformarsi in tragedia per una signora di 40 anni originaria della Toscana.

Il dramma si è consumato nelle vicinanze di Cortina D’Ampezzo, dove si trova la famosa e bellissima pista ciclabile tra San Candido e Lienz.
Ogni giorno centinaia di appassionati di ciclismo da lì prendono il treno delle OBB che li riporterà su fino a Dobbiaco. Martedì c’erano oltre 500 persone e tantissime biciclette a bordo.

Improvvisamente, da uno dei vagoni si sente gridare: “un medico, un medico, c’è un medico?” 
Una giovane donna in tenuta da bicicletta giace a terra, in arresto cardiaco. Sul treno era presente Serena Antonioli, infermiera presso il Sevizio Cardiologico dell’Ospedale Santa Maria delle Croci di Ravenna.

“Ho sentito quella richiesta d’aiuto disperata e mi sono alzata: a due vagoni di distanza dal mio c’era questa giovane donna a terra, priva di sensi, intorno a lei tanti passeggeri assiepati e spaventati –  spiega Antonioli -. Un uomo le teneva i piedi sollevati. Dalla palpazione ho sentito che non c’era il polso carotideo e ho subito fatto presente al marito che la donna si trovava in arresto cardiaco, così ha iniziato immediatamente ad eseguire il massaggio cardiaco. Nel frattempo è arrivato un giovane medico romano che ha allontanato l’uomo, lo ha sostituito nel massaggio e ha eseguito una prima ventilazione bocca a bocca, lasciando poi a me quest’ultimo compito, che nel frattempo facevo le opportune valutazioni del caso. La ventilazione bocca a bocca non è obbligatoria secondo i protocolli, ma in una situazione di tale emergenza ho valutato che fosse il caso di correre il rischio. Ho raccomandato al marito di spiegare telefonicamente al soccorso sanitario che alla prima fermata del treno doveva arrivare un’ambulanza con defibrillatore a bordo”.

La sorte ha voluto che in fondo al treno sedesse Carlo Santucci, medico romano di 33 anni, in vacanza a Cortina con la famiglia. Anche lui aveva appena percorso la ciclabile in bici. 

I due operatori, compresa la gravità della situazione hanno prontamente iniziato le manovre rianimatorie senza interruzione per 40 eterni, interminabili minuti. Nonostante il caldo proibitivo e lo stato di agitazione delle persone presenti ha proseguito il massaggio cardiaco fino a quando, sopra il treno, non si è materializzato l’elisoccorso sanitario austriaco.

Il personale sanitario è salito a bordo prendendo in carico la donna, ancora in vita solo grazie a quella provvidenziale procedura di soccorso.
Nel vagone è scoppiato un lunghissimo applauso liberatorio. Molti hanno iniziato a piangere di gioia, mentre il medico e l’infermiere dell’elisoccorso austriaco, prima di partire con la donna rianimata, hanno voluto ringraziare i due sanitari italiani. «Se non ci fosse stati voi, sarebbe sicuramente morta».

Anche Carlo Santucci ha le lacrime agli occhi, ripensando a quei momenti che lo hanno fisicamente sfinito. «Non hai idea di quanto abbia sudato – dirà poi alla madre – ma sono felice di aver potuto fare qualcosa. La signora ha una bimba di sei anni, non doveva morire. È giusto che si goda sua figlia».

Due giorni dopo il medico ha ricevuto la telefonata di ringraziamento del marito della donna.

«Sono felice, tanto felice. Stamattina mi ha chiamato il marito, la signora è ancora all’ospedale, in Austria, ma è fuori pericolo, sta bene. Non sapeva più come ringraziarmi. Ma un medico, quando riesce a far riaprire gli occhi a una vita, non ha bisogno di altre soddisfazioni. Gli ho detto che attendo una foto sua, della moglie e della loro bimba, mentre giocano insieme».

Simone Gussoni

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