Il movimento, nato da un’idea degli “amici” fronte della senatrice Annalisa Silvestro (che alcuni sostengono voglia nuovamente concorrere a guidare la Federazione nazionale ordini delle Professioni Infermieristiche ex Ipasvi), cavalcando le giuste recriminazioni della classe infermieristica, tradita nelle sue aspettative in particolare dall’ipotesi di contratto in via di sottoscrizione, raccoglie centomila adesioni sui social mistificando una pseudo forza di rappresentanza.
Così decine di migliaia di infermieri scoprono di essere stati tirati in un trappolone elettorale!
ROMA – L’Aran risponde al movimento “Noi siamo pronti” ed è come se uno spillo avesse fatto sgonfiare, in un sol colpo, un pallone gonfiato.
Perché la comunicazione della Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle pubbliche amministrazioni, firmata dal presidente Sergio Gasparrini e inviata lo scorso 11 gennaio, svuota di significato e ridimensiona, per certi versi, il gran clamore attorno all’iniziativa del movimento “Noi siamo pronti”.
Iniziativa capace di cavalcare il malcontento (SACROSANTO) degli infermieri manifestato sui social e puntando su temi condivisi, in cima alle aspettative della comunità professionale (come ad esempio quello di un maggior riconoscimento economico nel contratto, attività libero professionale) così da raccogliere adesioni a prezzi stracciati.
Del resto era facile convincere decine di migliaia di infermieri a sottoscrivere il documento con il quale si sarebbe chiesto all’Aran un incontro per discutere di migliorie nel contratto: quando si parla alla pancia e alla tasca degli italiani, non si sbaglia mai.
Così, in maniera piuttosto furbesca, i promotori del movimento “Noi siamo pronti” (gli stessi che a Napoli avevano riempito la sala del salone d’oltremare per un convegno che prometteva crediti a tutti), hanno lanciato su facebook la loro battaglia a basso costo.
Anzi, in alcuni casi, si sono mossi in prima persona con un vero e proprio porta a porta tra gli infermieri, alcuni durante l’orario di servizio, altri intercettati anche fuori dai luoghi di lavoro per ottenere quella firma preziosa.
I “noisiamoprontisti” (che mirano a guidare la Federazione nazionale del nuovo Ordine professionale) hanno semplificato il ragionamento: rendiamo virale un tema caro a chiunque e proviamo a portarli dalla nostra parte, per dimostrare che le nostre idee sono innovative.
Un bluff che ha retto per settimane, anzi in alcuni caso ha anche lasciato credere che il movimento “Noisiamopronti” fosse una valanga inarrestabile.
Certo, ad osservatori più attenti, non era sfuggita una manovra tutta elettorale (del resto con la senatrice Silvestro in regia, i noisiamprontisti hanno imparato in fretta a sparare promesse): eppure l’iniziativa ha continuano a crescere, anzi ha provato a vestirsi di ufficialità con la richiesta, inviata all’Aran, di fissare un incontro per discutere del rinnovo del contratto.
Perché i “noisiamoprontisti” hanno rivendicato quelle centomila e passa adesioni su facebook, che dicono tutto e, probabilmente, non servono a niente.
L’Aran, cordialmente, ha ricevuto la lettera di “Noisiamopronti” e, altrettanto cordialmente, ha evidenziato che l’Aran, in tema di contratto, può confrontarsi con le Confederazione e Organizzazioni sindacali rappresentative.
E come se l’Aran, a quella richiesta dei “Noisiamopronti” avesse risposto con un sonoro: chi?
Così il bluff è stato scoperto, il pallone si è sgonfiato e qualcuno dovrà spiegare a tutti gli infermieri che in buona fede si sono accodati a quella campagna, cadendo però in un trappolone inatteso, che la loro firma è servita solo per mostrare i muscoli in vista del voto per il rinnovo del Comitato centrale della Federazione e non certo per strappare condizioni economiche migliori nel contratto.
Proviamo a riepilogare ancora una volta a beneficio di non avesse compreso:
- le competenze specialistiche ed esperte le hanno chieste le regioni. Non serve che le chiediamo sono già nella bozza di articolato presentate dall’Aran. A cosa serve chiedere ciò che ci è già dato?
- la formazione è anch’essa oggetto di discussione.
- l’esclusività di rapporto non può trovare una soluzione contrattuale perché ci vuole una legge (ricordate quante volte ci abbiamo provato sia a livello statale che regionale?). Quindi non è questa la sede a cui rivolgere la domanda.
Ora di fronte a queste osservazioni firmare per l’ovvio e l’impossibile nulla vieta. Ma non lamentiamoci poi se ci considerano in un certo modo!!
Salvatore Petrarolo
Articoli correlati
Napoli: a noisiamopronti la “presenza di scambio”. Vergogna!
#noisiamopronti o il ritorno dei “soliti noti”?
#noisiamopronti e IPASVI: cominciata la marcia su Roma?
La Senatrice Silvestro e il codice deontologico negato
Per la senatrice Silvestro gli INFERMIERI ITALIANI sono un BANCOMAT elettorale
Firenze, X° Congresso Nazionale del CIVES (fatti & misfatti di Silvestro & Co.)
Lascia un commento