La procedura è stata ideata da medici e ricercatori dell’ospedale San Raffaele di Milano.
Una nuova tecnologia aumenta tra il 50 e il 90% la capacità di diagnosi per chi arriva in pronto soccorso con un dolore toracico acuto. Si tratta di un innovativo protocollo ideato da medici e ricercatori dell’ospedale San Raffaele di Milano per interpretare con maggior precisione la causa di quel dolore, la prima causa di accesso alle urgenze nel mondo occidentale. E’ un esame TC che potrebbe presto diventare uno standard internazionale, come dice l’editoriale che accompagna la pubblicazione dello studio sulla prestigiosa rivista Radiology.
Dolore toracico e possibili cause – Il dolore toracico infatti può essere provocato da un ampio spettro di condizioni cliniche, da quelle più banali come il reflusso gastro-esofageo, a quelle più critiche e pericolose, come l’infarto o le infiammazioni acute del miocardio. Ecco perché identificare velocemente la causa è una delle sfide più importanti della medicina di emergenza.
Diagnosi rapida e precisa – La procedura messa a punto permette di effettuare la diagnosi della patologia all’origine del dolore in maniera molto più rapida e precisa. La ricerca è stata svolta con il coordinamento di Antonio Esposito, professore ordinario di Diagnostica per immagini e radioterapia all’Università Vita-Salute San Raffaele e vice-direttore del Centro di Imaging sperimentale e dell’Ircss Ospedale San Raffaele, e condotta in collaborazione con l’Università di Torino.
Urgenze e sintomi – In media, ogni cento persone che vanno in pronto soccorso, nove lo fanno per un improvviso e acuto dolore al petto. Il sintomo, che può essere la spia di condizioni severe – infarto, embolia polmonare, miocardite -, si associa a un elevato rischio di complicazioni, soprattutto in caso di diagnosi imprecisa e dimissioni inappropriate.
Gli esami oggi disponibili – Nei centri ospedalieri più all’avanguardia, i pazienti con dolore toracico considerati a rischio intermedio vengono sottoposti a TC con protocollo angiografico (chiamata angio-TC TRO). Questo esame permette di escludere alcune condizioni patologiche pericolose, quali l’ostruzione delle arterie che portano il sangue al cuore, le patologie potenzialmente mortali del primo tratto dell’aorta ascendente e l’embolia polmonare. L’esame lascia però inesplorate tutta un’altra serie di cause, ugualmente pericolose, che portano alla morte di una parte delle cellule del muscolo cardiaco e che devono essere trattate in modo tempestivo.
I limiti della diagnostica attuale – “Purtroppo, anche con l’utilizzo dell’Angio-TC TRO, disponibile solo nei Pronto Soccorso più avanzati al mondo, la diagnosi definitiva viene raggiunta in solo il 50% dei pazienti. L’altro 50% resta senza conferma diagnostica, nonostante la presenza di elevati valori di troponina nel sangue, un marcatore che indica la sofferenza delle cellule cardiache”. Così Anna Palmisano, radiologo ricercatore dell’IRCCS Ospedale San Raffaele e primo autore dello studio pubblicato su Radiology, frutto delle ricerche svolte durante il suo dottorato di ricerca recentemente concluso all’Università Vita-Salute San Raffaele.
Tempi lunghi – “Questi pazienti con quadri indeterminati vengono in genere tenuti sotto osservazione, monitorati anche con dosaggi ripetuti della troponina, e sottoposti appena possibile, nei giorni e nelle settimane successive, a ulteriori indagini diagnostiche, come una risonanza magnetica cardiaca o una biopsia, al fine di stabilire la causa di danno al muscolo cardiaco e poter intraprendere il percorso di cura più adeguato”, continua la dottoressa Palmisano. La conseguenza è però un prolungamento dei tempi di ricovero e di diagnosi, con maggiori rischi e stress per il paziente, costi elevati per il sistema sanitario e un maggiore affollamento del Pronto Soccorso e dei reparti ospedalieri. Ecco perché il nuovo approccio diagnostico ideato al San Raffaele fa la differenza in un settore di estrema importanza sanitaria.
Le tecniche del nuovo esame – Il nuovo esame TC ideato al San Raffaele può quindi rivoluzionare la diagnosi del dolore toracico acuto. Il protocollo diagnostico messo a punto si basa sull’utilizzo di due tecniche di imaging innovative sviluppate negli ultimi dieci anni fra Europa e Usa, con il contributo fondamentale dei ricercatori del San Raffaele, in grado di aggiungere informazioni preziosissime all’esame Angio-TC standard.
Velocità di diagnosi – Entrambe le tecniche di imaging – chiamate LCE CT e ECV CT – si basano su una scansione acquisita a dieci minuti di distanza dalla classica Angio TC e quindi possono essere effettuate nell’immediato. Il San Raffaele è il primo ospedale al mondo a mettere a punto, testare e utilizzare queste tecniche nel contesto clinico del dolore toracico acuto, dopo essere stato il primo al mondo, nel 2016, a mettere a punto le stesse tecniche per la modellizzazione tridimensionale e diagnosi delle aritmie ventricolari maligne.
“Le tecniche che abbiamo testato – spiega il professor Antonio Esposito, che ha coordinato lo studio – rendono visibili le alterazioni del muscolo cardiaco a livello cellulare ed extracellulare, informazioni prima inaccessibili, consentendo di andare oltre la valutazione dei vasi sanguigni e di ampliare le possibilità diagnostiche. La nuova tecnica permette di identificare la presenza del danno al muscolo cardiaco e di comprenderne le cause con straordinaria precisione e con enormi vantaggi per il paziente e per il sistema sanitario”.
Lo studio – Nell’ambito dello studio recentemente pubblicato il nuovo protocollo è stato eseguito su 84 pazienti con dolore al petto ammessi al pronto soccorso: combinando le informazioni fornite dalle due innovative tecniche (LCE ed ECV), senza esami aggiuntivi, è stato possibile aumentare la capacità di diagnosi della TC di circa il doppio. Per 42 degli 84 pazienti arruolati nello studio, l’utilizzo della nuova tecnica è risultato infatti determinante per diagnosticare la patologia all’origine del dolore toracico.
Continua Esposito: “Di questi 42 pazienti, 22 soffrivano di miocardite, tre di infarto miocardico a coronarie indenni – quindi non visibile tramite Angio-TC o coronarografia – e un numero minore di altre patologie specifiche del miocardio. Tutte condizioni ad alto rischio che vanno identificate e adeguatamente curante il prima possibile, e che solo grazie al nuovo protocollo è stato possibile diagnosticare in urgenza. Il protocollo verrà presto applicato in ospedali in giro per il mondo dopo la prima esperienza riportata dal San Raffaele. Questa nuova TC potrebbe diventare lo standard clinico negli ospedali di tutto il mondo, con un impatto straordinario sulla presa in carico dei pazienti con dolore toracico acuto: anticipare la diagnosi di giorni o settimane significa in questo caso allo stesso tempo salvare vite e ridurre la spesa sanitaria”.
Redazione Nurse Times
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