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Digital detox: perché l’estate può essere un’ottima occasione per disintossicarsi dal digitale

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Digital detox: perché l'estate può essere un'ottima occasione per disintossicarsi dal digitale
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Quanto tempo si sottrae al godimento dello spettacolo della natura in estate per tenere gli occhi fissi sullo smartphone? E, soprattutto, è così necessario essere reperibili anche in vacanza? Che lo si chiami digital detox o diritto alla disconnessione, il principio è lo stesso: le vacanze dovrebbero essere il momento in cui si scoprono luoghi sconosciuti, in cui si vive immersi in un paesaggio diverso da quello abituale, dove si apprezza ciò che ci circonda e lo si fa con consapevolezza, con le persone a noi più care.

Le vacanze estive, insomma, potrebbero essere un buon momento per praticare il digiuno digitale e vivere esperienze uniche, senza distrazioni. Basti pensare che uno studio della società americana Dscount’s, tocchiamo lo schermo del cellulare 2.617 volte al giorno (alcuni arrivano a 5.400 volte), dedicandovi cinque ore del nostro tempo quotidiano e usando applicazioni come la più diffusa WhatsApp o anche Instagram, Facebook o Twitter.

Dalle statistiche Istat emerge che neanche in macchina gli italiani riescono a rinunciarvi, con quattro incidenti gravi su cinque causati proprio dall’uso dello smartphone. “I social – ha affermato l’antropologo Simon Sinek in un’intervista su Youtube con più di 6 milioni di visualizzazioni – rilasciano dopamina, come l’alcool, il fumo, le scommesse. Perciò esistono limiti di età per alcool, fumo e scommesse”. 

Secondo altre ricerche più recenti, invece, entro cinque minuti dal risveglio la maggior parte della popolazione mondiale controlla le notifiche dello smartphone, mentre un giovane su due, di età compresa tra i 18 e i 24 anni, si alza in piena notte per farlo. Per non parlare del vamping, ossia l’abitudine di ritrovarsi di passare l’intera notte svegli e attaccati a smartphone e tablet, diffusissima tra adolescenti e preadolescenti.

Simili comportamenti sono chiari sintomi di una vera e propria dipendenza da internet e dalla tecnologia, e occorre trovar riparo da queste cattive abitudini. Insomma, il digital detox potrebbe essere una buona pratica, soprattutto se durante l’anno l’utilizzo di Internet, per lavoro o per piacere, è stato intenso. 

L’estate 2024 sembra porsi il problema delle scorpacciate da smartphone o da altri apparecchi, chiedendoci se forse non sia meglio staccare la spina per goderci quello che ci circonda, che sia una natura incontaminata, un concerto o, semplicemente, le persone intorno a noi. Provare, insomma, a godersi la bellezza di un tramonto, senza l’ansia di doverlo fotografare e condividere.

In questo panta rei, dove tutto scorre, vedendoci impegnati in una corsa a collezionare scatti da mostrare al nostro piccolo o grande pubblico, lasciandoci un prevedibile deserto digitale, forse non basta rifugiarsi su un’isola sperduta o ricorrere ai sempre più numerosi hotel digital free. E’ sufficiente mettere in atto la volontà di essere noi stessi senza alcuna appendice digitale, spegnendo il nostro smartphone per un po’. 

Gli studi confermano la difficoltà del digital detox, ma vale la pena provarci nel qui e ora, e godersi il momento. Perché questo esatto momento non tornerà mai più.

Anna Arnone

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