Insieme a Karol Wojtyla assisteva i malati a domicilio. Una vita intensa, sempre al servizio del prossimo.
“ Grazie a te, signora Hanna, che hai vissuto in mezzo a noi; che sei stata proprio così come eri, con la tua grande semplicità, con il tuo fuoco interiore; che sei stata per noi tutti l’incarnazione delle beatitudini di Cristo, specialmente di quella che dice: beati i misericordiosi”.
La Hanna di cui si parla è Hanna Chrzanowska, che oggi, 28 aprile, è stata dichiarata beata a Cracovia. A parlare di lei è il cardinale Karol Wojtyła. È l’aprile del 1973, nel giorno del suo funerale. Hanna ha speso tutta la vita come infermiera e, dalla fine degli anni Cinquanta, insieme all’arcivescovo di Cracovia, ha organizzato una rete di assistenza domiciliare per i malati terminali grazie alle parrocchie.
La sua è una storia intensa. Hanna Helena Chrzanowska nasce a Varsavia il 7 ottobre 1902. Suo padre, cattolico poco praticante. Sua madre di fede evangelica. Entrambe le famiglie, dalle grandi tradizioni patriottiche, erano note per la loro attività caritativa. Verso la fine della scuola superiore, Hanna frequenta un corso di due mesi per l’assistenza degli infermi e presta soccorso ai soldati durante la guerra bolscevica. Studia lingue e letteratura a Cracovia, dove la famiglie si è trasferita, ma poi decide di andare a Varsavia per intraprendere gli studi alla scuola per infermieri.
Dopo un soggiorno a Parigi, inizia a insegnare una materia decisamente all’avanguardia: salute pubblica. Scrive per la rivista polacca dell’Associazione delle infermiere professionali e, nel 1937, fonda l’Associazione cattolica delle infermiere polacche. Durante la guerra e l’occupazione si occupa delle persone sfollate, dei profughi, dei bambini piccoli a Cracovia e nei dintorni. Col supporto attivo della Curia metropolitana di Cracovia organizza mense, asili, orfanotrofi e colonie per bambini. Se ne occupa personalmente e controlla la questione dell’adozione dei bambini abbandonati. Inizia a insegnare nella Scuola per infermiere e ostetriche di Cracovia l’assistenza degli infermi al loro domicilio.
Nel 1957 diviene direttrice della Scuola d’infermeria psichiatrica a Cracovia, ma la scuola viene fatta chiudere. Hanna organizzava pellegrinaggi per gli studenti a Jasna Góra, e il regime comunista non può accettarlo. Nel 1957 arriva un incontro speciale per la sua vita e per il suo impegno caritativo. La collega Sofia Szlendak la porta da don Karol Wojtyła, che chiama “ lo Zio”, per trovare un modo di sensibilizzare le parrocchie allo sviluppo dell’assistenza domiciliare. Così Hanna descrive il primo incontro col futuro papa nel suo diario: “L’incontro fu molto breve. Io bruciavo dentro. Lui doveva aiutarci! Ascoltava con il suo tipico sorriso un po’ ironico. Non sapevo ancora cha avevo davanti a me il più meraviglioso uditore di tutte le cause”.
Wojtyła la mette in contatto con il reverendo Ferdynand Machay, che durante l’occupazione tedesca aveva lavorato con gli sfollati e gli orfani. È lui a indicare le persone adatte per questo nuovo servizio domiciliare ad Hanna. Nel 1958 Wojtyła diventa vescovo ausiliare di Cracovia e, da quel momento, il lavoro diventa più facile per Hanna. Nella Quaresima del 1960 il vescovo Wojtyła visita insieme ad Hanna 35 malati terminali che lei assiste. Un gesto che diventa prassi abituale in ogni visita pastorale, fino al pontificato di Giovanni Paolo II.
La sua attività pionieristica è l’unica nel suo genere in Polonia. Da essa prendono esempio per l’organizzazione in altre città più grandi. Oltre al campo professionale, Hanna si preoccupa anche della formazione etica e spirituale delle infermiere. Organizza per loro giornate di raccoglimento, come pure esercizi spirituali. Pochi anni dopo, lei stessa di ammala di cancro. Un intervento chirurgico e le cure nulla possono, ma lei continua a lavorare anche al telefono. Accompagnata spiritualmente dal suo amico Karol Wojtyła, ormai cardinale, muore il 29 aprile del 1973, domenica in albis. Trentadue anni dopo, anche Giovanni Paolo II morirà singolarmente nella domenica che egli ha voluto dedicare alla Divina Misericordia.
Nel 1973 è il cardinale a celebrare le esequie. Dice Wojtyła nell’omelia: “Ringraziamo Dio per questa tua esistenza, che aveva una tale eloquenza e che ci ha lasciato una grande testimonianza… Ti ringraziano le accompagnatrici degli ammalati, le religiose, le infermiere, gli studenti, tutta la Chiesa di Cracovia. Ti ringrazio anch’io in quanto vescovo di Cracovia. Sei stata per me un grande aiuto e conforto”.
Il processo di beatificazione è stato aperto il 3 novembre 1998 e il 30 settembre 2015 ne sono state dichiarate le Virtù. Il 7 luglio 2017 papa Francesco ha approvato il decreto su un miracolo attribuito alla sua intercessione, autorizzando quindi la beatificazione di Hanna.
Fonte: www.acistampa.com
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