Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità la depressione sarà la patologia cronica più diffusa al mondo entro il 2030. Attualmente in Italia, questa patologia psichiatrica affligge otre 4,5 milioni di persone. Le donne sono maggiormente colpite rispetto agli uomini, in una proporzione di 2:1.
Per il 57% di loro le principali cause di depressione sono rintracciabili nello stress fisico e psico-emotivo, accentuato dai profondi cambiamenti del ruolo femminile. Rispetto al secolo scorso la donna è emancipata ed immersa nel mondo del lavoro, con maggiori carichi di responsabilità associati a ruoli professionali apicali; anche le abitudini di vita scorrette influiscono negativamente.
I risultati emersi dall’indagine condotta su 1004 soggetti (503 donne e 501 uomini) da parte dell’Osservatorio nazionale sulla salute della donna (Onda) e presenti alle camere insieme al primo “Libro Bianco sulla depressione” fotografa tutti gli aspetti della malattia: sociali, epidemiologi, clinico-diagnostici, terapeutici assistenziali ed economici.
“La depressione è un disturbo psichiatrico molto temuto, diffuso e in crescita nella popolazione” – ha commentato Francesca Merzagora, presidente di Onda.
Rappresenta uno dei principali problemi di salute pubblica nel mondo con un costo totale che ammonterebbe a circa 800 miliardi di dollari. Un italiano su tre non riceve un trattamento adeguato a questa patologia.
Analizzando i dati emersi dalla ricerca per il 27% dei candidati la depressione ha un impatto devastante sulla qualità di vita collocandosi al secondo posto subito dopo le patologie oncologiche per impatto percepito sulla vita di chi ne soffre. Il 58% degli intervistati la considera una vera e propria patologia, alla pari di una malattia organica. Il 25% la considera una condizione mentale non patologica di difficile comprensione con la quale dover imparare a convivere.
Gli esperti dell’Onda affermano che la depressione sia uno dei disturbi dell’umore a più elevata comorbilità che rappresenta una delle principali cause di invalidità temporanea e permanente comportando un costo molto elevato in termini di risorse economiche e umane.
La depressione viene considerata come conseguenza di traumi (69%) e stress (60%) dai pazienti che hanno già ricevuto la diagnosi mentre chi non ha ancora avuto la conferma diagnostica di depressione ritiene che sia originata da una personalità emotivamente fragile (67%). Secondo il campione intervistato da Onda, i principali sintomi associati alla depressione sono di natura emotiva come i pensieri negativi(69%), la solitudine (67%) e la tristezza (63%).
“L’impatto della depressione sulla qualità di vita è drammatico per il paziente – spiegano gli esperti – così come per tutta la famiglia, poiché incide sul funzionamento individuale e sociale della persona, riducendo la capacità di interpretare un ruolo ‘normale’ nelle diverse attività in ambito familiare, socio-relazionale e lavorativo”.
Per il 33% degli intervistati i disturbi di natura cognitiva, come la difficoltà a prendere decisioni e a mantenere la concentrazione, provocano un forte impatto sulla qualità della vita.
“L’obiettivo di Onda nella lotta contro la depressione -continua Merzagora- è di aumentare la conoscenza e la consapevolezza di questa malattia, nonché ridurre lo stigma nella popolazione, avvicinando i pazienti a una diagnosi precoce e a cure tempestive e contribuendo a migliorare la qualità e l’accessibilità dei servizi ospedalieri e territoriali dedicati. Il “Libro Bianco” presentato oggi testimonia e rinnova l’impegno di Onda nella lotta contro la depressione per sensibilizzare le istituzioni per giungere, ci auguriamo, grazie anche al supporto della Società italiana di Psichiatria, alla definizione di un piano nazionale che garantisca a tutti i pazienti l’accesso a una diagnosi precoce, ad appropriati percorsi terapeutico-assistenziali e a un’efficace rete di servizi territoriali. L’avvio di un’indagine conoscitiva della Commissione Igiene e Sanità del Senato – ha infine concluso la presidente di Onda- consentirebbe di avere un quadro preciso e aggiornato da cui partire”.
Simone Gussoni
Fonti: Ipasvi Bologna
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