Affetta dalla tetralogia di Fallot, la bimba ha intrapreso con i genitori un complicatissimo viaggio della speranza, terminato con un intervento chirurgico che le ha salvato la vita.
La tetralogia di Fallot è una cardiopatia congenita complessa, il cui difetto principale è rappresentato da una deviazione antero-superiore del setto infundibolare, che comporta un malallineamento con la trabecola setto-marginale dal quale scaturiscono le quattro anomalie caratteristiche della patologia: un DIV non restrittivo, un cavalcamento aortico, un’ostruzione dell’efflusso ventricolare destro, un’ipertrofia ventricolare destra conseguente all’ostruzione.
La tetralogia di Fallot è la più comune forma di cardiopatia congenita cianogena e necessita di una correzione chirurgica, solitamente entro il primo anno di vita. La prognosi migliora sensibilmente quando i pazienti si sottopongono all’intervento. In assenza di questo, la morte improvvisa potrebbe accadere frequentemente. La sopravvivenza di questi bambini è dunque strettamente legata all’operazione chirurgica.
Questione “semplice”, se vivi nella parte del mondo fortunata. Ma se sei curdo e nasci in quella parte del globo dove vieni perseguitato e discriminato, le cure mediche, anche essenziali, non sono scontate, purtroppo. Questa è la storia della famiglia Obaid Hamadi (Foto C. Benincasa – Fanpage.it). Una famiglia curda, appunto, che con gioia e amore, nove mesi fa, ha annunciato la nascita della splendida figlia Nza. Quando la bimba è venuta al mondo, però, i medici le hanno dato, senza l’intervento necessario al cuore, pochi mesi di vita. E siccome la famiglia Hamadi vive in Iraq, le cure non sono garantite.
I genitori, tuttavia, non si sono arresi, non hanno voluto rinunciare alla possibilità di dare una speranza alla loro piccola e sono partiti. Minsk, capitale della Bielorussia, la loro prima meta. Da lì hanno poi tentato, grazie a un visto turistico, di superare a piedi il confine con la Polonia, ma il sogno di superare la frontiera è svanito dinanzi a un filo spinato presidiato dalla polizia, che impedisce qualsiasi accesso.
Poco dopo, il visto turistico è scaduto e la Bielorussia ha negato l’asilo politico alla famiglia Hamadi, che ha vissuto nascosta clandestinamente nei boschi per mesi, al freddo e al gelo. Come le 1.500 persone afgane e irachene che vivono in queste condizioni atroci, sperando di superare quel maledetto filo spinato, anche i genitori di Nza hanno cercato almeno sei volte di attraversare la frontiera tra Bilorussia e Polonia, finendo massacrati dalla polizia.
Poi il miracolo, avvenuto per volontà dell’associazione Stay Human e con l’aiuto di Medici senza Frontiere e Croce Rossa, in collaborazione col ministero degli Esteri e Regione Campania, e grazie al grande cuore dei napoletani. Una sinergia che ha permesso, attraverso una raccolta fondi e un intervento umanitario, di trasferire la famiglia di Nza in Campania e permettere alla bambina di operarsi.
L’intervento è stato eseguito dal dottor Guido Oppido, cardiochirurgo pediatrico dell’Azienda ospedaliera dei Colli – Ospedale Monaldi, immediatamente dopo l’arrivo a Napoli. Le condzioni erano talmente gravi da non permettere di aspettare ancora. Al momento Nza si trova in Terapia intensiva. L’intervento al suo piccolo cuore è riuscito con successo e la piccola paziente respira già autonomamente. La Regione Campania sosterrà tutte le spese mediche, oltre che di vitto e alloggio dell’intera famiglia.
Stavolta la Campania è menzionata per un grandissimo gesto umanitario, e non per vicende legate a frequenti lacune sanitarie. Che la speranza di una vita migliore per la piccola Nza sia la speranza di una vita migliore per tutti i bambini che ancora vivono nascosti in quei freddi boschi dell’Est.
Valeria Pischetola
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