Si tratta del primo trapianto di cuore al mondo con tempi di riattivazione così lunghi.
Un cuore fermo da 20 minuti è stato trapiantato con successo a Padova su un uomo di 45 anni. L’intervento, eseguito l’11 maggio scorso, è stato annunciato dall’Azienda Ospedale Università della città veneta, la stessa dove quasi 38 anni fa (il 14 novembre 1985) fu eseguito il primo trapianto di cuore nel nostro Paese.
L’equipe del professor Gino Gerosa, del Centro Gallucci di Padova, è riuscita a mettere in pratica una procedura mai usata prima: far battere nuovamente nel torace di un paziente un cuore rimasto per 20 minuti senza alcuna attività elettrica. Il primo caso in Italia, il primo al mondo con tempi di riattivazione del muscolo cardiaco così lunghi.
Il paziente, già operato in età pediatrica e in lista d’attesa da due anni, resta in terapia intensiva, ma il decorso è regolare. “Il cuore funziona molto, molto bene”, ha assicurato Gerosa.
“L’eccezionalità sta nei tempi – ha spiegato il professore -. Nel mondo il trapianto di cuore da donatore in arresto cardiocircolatorio è realtà già da un po’, ma è autorizzato dopo 3-5 minuti dalla constatazione di elettrocardiogramma piatto. In Italia la legge impone di aspettarne 20″. Tempi così lunghi che si pensava non si potesse fare. “Ma noi – ha aggiunto Gerosa – ci abbiamo creduto e, una volta avuta l’autorizzazione dal Centro Nazionale Trapianti, ci siamo riusciti al primo tentativo”.
E ancora: “Questo risultato straordinario potrebbe portare a un incremento del 30% del numero di organi disponibili per i pazienti in lista di attesa. Si tratta, tuttavia, di una goccia d’acqua aggiunta in quel secchiello che ci serve a dare risposte terapeutiche ai pazienti affetti da scompenso cardiaco terminale che sono in attesa di un cuore. La vera soluzione giungerà quando avremo a disposizione un cuore artificiale, totale, italiano. La risposta sarà un cuore meccanico, prontamente disponibile sullo scaffale. Allora non saremo più costretti ad aspettare la morte di un donatore per dare una soluzione a chi attende il trapianto”.
Sull’eccezionale trapianto ha detto la sua anche il governatore veneto Luca Zaia, intervenuto alla presentazione dell’intervento: “Ancora una volta è la sanità del Veneto a varcare una nuova frontiera della medicina. Da oggi la cardiochirurgia non sarà più come prima, perché si apre una prospettiva che può ridare speranza a tanti malati che attendono un trapianto di cuore. Lo dobbiamo, con gratitudine, all’intera Azienda Ospedale Università di Padova, al professor Gino Gerosa e alla sua equipe e al dottor Paolo Zanatta, direttore dell’Anestesia e rianimazione del Ca’ Foncello” di Treviso, che ha eseguito il prelievo dell’organo. Straordinari professionisti, ai quali vanno i nostri orgogliosi complimenti”.
Redazione Nurse Times
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