L’Asst ha fatto causa al professionista, non più in servizio, sostenendo che non può accettare donazioni.
Un’anziana signora, scomparsa nel 2020, ha lasciato ben 50mila euro in eredità all’ex infermiere che si è preso cura di lei mentre era ricoverata in una struttura pubblica. Una somma notevole, che però, secondo l’Asst Cremona, non dovrebbe essere accettata. Nel sostenetre ciò l’Azienda, che ha intentato una causa contro il professionista (non più in servizio), fa leva sul Codice di comportamento dei dipendenti pubblici.
Tale documento impedisce infatti a tutti coloro che prestano servizio di ricevere regali o altre utilità, a meno che non siano piccole. E l’articolo 4, comma 1 del Decreto del presidente della Repubblica del 16 aprile 2013, recita: “Il dipendente pubblico non richiede, né sollecita per sé o per altri, regali o altre utilità, né tantomeno accetta regali o altre utilità se non di modico valore”. Ora un giudice dovrà stabilire se la norma riguarda anche chi non esercita più.
Nello specifico, la donna aveva lasciato due differenti legati del valore di 50mila euro l’uno: il primo strettamente vincolato al reinvestimento in favore degli utenti di una struttura sanitaria di Soresina, in provincia di Cremona; il secondo consistente in un assegno intestato all’infermiere. Il suo testamento era stato redatto nel 2011, nove anni prima del decesso, e conteneva la volontà di riconoscere la somma all’infermiere per “senso di riconoscenza per le cure prestate con umanità e professionalità”.
Redazione Nurse Times
Fonte: La Provincia di Cremona
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