Lo apprendiamo da ilsole24ore.com. Il protagonista è Carlo Cottarelli, economista italiano, per la stampa meglio conosciuto con il nome di “Mister Forbici”, con una carriera brillante alle spalle.
Nel novembre 2013 viene nominato dal Governo Letta Commissario straordinario per la Revisione della spesa pubblica.
Nell’ottobre del 2014 lascia l’incarico di commissario alla revisione della spesa poiché il Governo Renzi lo designa per un incarico al Fondo Monetario Internazionale con decorrenza 1 novembre 2014. In un’intervista rilasciata dopo le sue dimissioni, segnala di aver avuto molte difficoltà a relazionarsi, prima ancora che con il sistema politico, con quello burocratico, a suo dire chiuso ed estremamente impermeabile ad ogni azione finalizzata a modernizzarne l’attività.
Secondo dichiarazioni rese alla stampa avrebbe ricevuto per la sua attività di consulente del Tesoro una retribuzione annua lorda di 258.000 euro, vale a dire 11.000 euro netti al mese. Ha dichiarato anche di ricevere già (a 60 anni) la pensione dall’FMI. Con l’entrata in vigore dal 19 agosto 2014 della Legge 11 agosto 2014, n. 114 di conversione del Decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90, articolo 6, in materia di “Misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa e per l’efficienza degli uffici giudiziari”, a Cottarelli non avrebbe potuto essere conferito l’incarico di Commissario di governo poiché pensionato. Inoltre il suo compenso sarebbe stato soggetto al nuovo tetto di 240.000 euro lordi introdotto dal Governo Renzi.
Attualmente riveste l’incarico di Direttore Esecutivo del Fondo Monetario Internazionale (FMI).
L’obiettivo di dieci miliardi di euro per il prossimo anno messo in cantiere dalla spending review del Governo è «credibile e raggiungibile, ma si può fare di più». Dal meeting di Rimini di Comunione e liberazione dove è stato invitato per parlare delle prospettive dell’economia globale e dei paesi del mediterraneo Carlo Cottarelli, torna a sciorinare numeri e fronti ancora poco battuti dove le forbici dell’attuale Governo potrebbero ottenere quelle risorse in più «necessarie per tagliare le tasse», a cominciare da quelle sul lavoro. È il caso della Sanità dove sono possibili risparmi ulteriori, almeno «tra i tre ed i cinque miliardi di euro senza stravolgere il sistema e senza contare i risparmi sugli acquisti di beni e servizi del settore sanitario». O come nel terreno minato delle partecipate da cui si possono ottenere «2-3 miliardi». Un fronte quello delle migliaia di società a partecipazione pubblica su cui anche l’attuale Governo ha deciso di far calare la scure, ma solo intervenendo con una delega nella recente riforma della pubblica amministrazione, uno strumento che Cottarelli non vede però positivamente perché «può richiedere tempo visto che è un intervento che deve essere attuato».
Per quanto riguarda il capitolo Sanità, uno dei cantieri aperti anche dal Governo Renzi, l’ex commissario alla spending review ha innanzitutto ricordato come l’Italia nel confronto internazionale sia tra i Paesi virtuosi visto che la nostra spesa sanitaria «è aumentata negli ultimi trenta anni, anche se meno di quanto non sia avvenuto in altri Stati come gli Usa o la Francia», tanto che il nostro servizio sanitario nel rapporto costo-servizi è «paragonabile alla Germania». Ma per il direttore esecutivo del Fondo monetario internazionale c’è ancora il margine per risparmi sostanziosi da fare soprattutto perché «l’efficienza è molto diversa tra le varie Regioni ed anche all’interno di ognuna di esse». Per questo una «cifra possibile senza stravolgere il livello dei servizi è tra i tre ed i cinque miliardi di ulteriori risparmi rispetto a quanto è stato fatto, risorse che nulla esclude possano essere reinvestite nella sanità per migliorare la qualità delle prestazioni». Risparmi, questi, da ottenere – sottolinea l’ex commissario – senza toccare gli acquisti nella Sanità (altro capitolo a parte del cantiere spending review), ma efficientando i servizi attraverso per esempio un’attuazione piena dei costi standard. Insomma per Cottarelli «ci sono margini importanti. L’importate è procedere con un intervento mirato». Anche perché se si vogliono trovare le risorse per tagliare la tassazione «l’unica fonte può essere solo quella del taglio della spesa pubblica». In particolare su questo fronte Cottarelli indica come prioritaria l’estensione al prossimo anno delle detrazioni sui nuovi contratti: «Questo mi sembra il primo intervento da finanziare».
Ma un passaggio cruciale per l’ex commissario alla spesa passa anche attraverso l’attuazione della riforma della Pa appena approvata e che tocca aree importanti, «come la riforma della dirigenza della Pa o della presenza dello Stato sul territorio e delle forze di polizia. Ora è cruciale attuare presto queste riforme e in questo senso il ministro Madia durante una recente visita del Fmi in Italia ci ha assicurato che sarà fatto in pochi mesi».
Il direttore del Fondo monetario internazionale segnala poi l’urgenza di intervenire nella giustizia ancora «troppo lenta nonostante i progressi fatti negli ultimi 12-18 mesi, mentre sulla riforma del lavoro ricorda come a livello internazionale, compreso nel Fmi, sia stata giudicata «molto positivamente». Insomma per Cottarelli sono state fatte «diverse cose giuste, ma molte ancora devono essere fatte».
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