“Bimbe pronte per l’orco e lesione della professione infermieristica. Messaggio lesivo della bambina ritratta e lesivo della professione a cui si riferisce”
La responsabile dei diritti dell’infanzia della Regione Puglia si è espressa in merito ai costumi per bambini ritraenti una bambina di pochi anni in giarrettiera e minigonna che secondo i produttori dello stesso, dovrebbe rappresentare un Infermiera.
Tacco 12, giarrettiera, minigonna, borsetta ed una siringa gigante sarebbero gli accessori necessari per des rivede al meglio una professionista sanitaria.
Una raccomandata è stata inviata alla ditta produttrice del prodotto e al commerciante che la rivende.
“Non è la prima volta che viene messo in vendita un prodotto simile”
La foto pubblicata su Facebook ha suscitato un’ondata di indignazione tra gli utenti ed in particolar modo tra gli infermieri iscritti al social network.
“Non solo il buon senso ma anche l’esperienza sugli stereotipi sessisti suggerirebbe quantomeno di boicottarne l’aquisto. Per il momento intendiamo risalire alla ditta produttrice, per tentare un’azione di sensibilizzazione“, scrive Paparella.
“Bambine pronte per l’orco di turno e madri conniventi“, scrive un’utente. “Molto offensivo per le infemiere”, commenta un’altra persona nei post. Immagini simili sono già apparse sui manifesti pubblicitari e sul web, come ribadito dalla garante: “L’anno scorso si è verificata una situazione analoga in un grande magazzino del Barese”.
“I messaggi veicolati dal costume in questione – riflette Paparella – sono lesivi della dignità della bambina ritratta, della professione cui si riferisce, quella delle infermiere. Ma soprattutto veicolano modelli sessisti, alludendo a una sessualizzazione precoce delle bambine. Temo non si tratti di un caso isolato, e d’altra parte anche l’abbigliamento proposto alle bambine spesso rimanda agli stessi stereotipi.
Il problema reale è che esiste un mercato per questi prodotti, e la sfida è ridurne il potere, anche attraverso la sensibilizzazione dei genitori“.
Simone Gussoni
Fonti: Repubblica
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