Sono ormai ampiamente conosciuti i tipici sintomi di una infezione da Covid-19 ( febbre, tosse, raffreddore, perdita di gusto ed olfatto…), soprattutto tra i pazienti più piccoli. A questi, una serie di segnalazioni ed un recente studio scientifico che attende la revisione prima della pubblicazione, si stanno aggiungendo, come segno distintivo, manifestazioni cutanee, simili ai geloni, in particolare su bambini e adolescenti, che spesso sono asintomatici.
Tali lesioni, rilevate anzitutto dai Dermatologi degli Ospedali di Lecco e Bergamo, si presentano rosse e violacee, in particolare sulle estremità delle dita di piedi e mani. I geloni si accompagnano talvolta a prurito, raramente a dolore e generalmente evolvono nell’arco di due-tre settimane verso l’autorisoluzione. Se il prurito è molto forte viene prescritto un antistaminico.
Data la negatività dei tamponi e dei test per indagare la presenza di altri virus, ed esclusa la possibilità che possa trattarsi di geloni, in quanto non tipici della stagione, tali manifestazioni hanno fatto pensare ad un’ insorgenza tardiva della malattia da Covid.
Vi è, infatti, la possibilità che alcuni sintomi insorgano a distanza di anche un mese dal contagio, il che giustificherebbe la negatività dei tamponi,come ci spiegano gli esperti, poichè il sistema immunitario più attivo dei bambini favorirebbe questa manifestazione immuno-mediata . La chiave di volta sarà il test sierologico che svelerà se c’è memoria immunologica.
Il primo articolo sulle manifestazioni cutanee legate a COVID-19 è stato pubblicato sul prestigioso Journal of European Academy of Dermatology and Venereology dal dermatologo Recalcati, dell’Ospedale di Lecco, coinvolto in prima linea in questa emergenza, che spiega che nelle persone affette da COVID-19 le manifestazioni cutanee erano presenti in circa il 20% dei casi. Si trattava per lo più di rash eritematosi, meno frequentemente di orticaria o di lesioni vescicolari. Le lesioni erano scarsamente pruriginose e apparentemente non vi era correlazione con la gravità di malattia. Questi quadri cutanei vanno però distinti dalle reazioni da farmaco che si possono verificare in questi pazienti sottoposti a numerose terapie. Tali eritemi però sono stati osservati su pazienti ricoverati, mentre erano malati e infettivi. Diverso è in caso di bambini con le macchie su mani o piedi che, almeno dai primi dati, non sembrerebbero contagiosi nel momento in cui si manifestano i geloni (ma molto probabilmente potrebbero esserlo stati in precedenza se verrà provata la correlazione con COVID-19). Quello che emerge è che potrebbe esserci, anche a livello cutaneo, come avviene a livello polmonare, un’attivazione della cascata infiammatoria avente come bersaglio finale i vasi della pelle.
Alcuni dermatologi, in una lettera indirizzata al ministro della Salute e al presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, hanno chiesto di istituire un registro nazionale delle lesioni agli arti inferiori simili a geloni, “erythema pernio-like” in età pediatrica in relazione al Covid-19. Anche in Francia è stato segnalato lo strano sintomo e la lettera riporta l’allarme lanciato dal presidente del sindacato dei dermatologi francesi, per l’aumento delle lesioni dalle stesse caratteristiche in età pediatrica nel paese transalpino. Le stesse segnalazioni arrivano anche dalla Spagna.
Per ora, comunque, nessun allarmismo: se si dimostrasse questa correlazione, molto probabilmente i bambini hanno avuto settimane prima una forma lieve di questa malattia e al momento delle manifestazioni cutanee non sono più contagiosi.
Milena Mazzone
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