Lo ha detto Pierluigi Lopalco, coordinatore della task-force regionale per l’emergenza. Approvata la delibera che aggiorna la rete dei laboratori.
In Puglia i medici neoassunti e tutti gli operatori sanitari che rientreranno al lavoro dopo un periodo di inattività “faranno il tampone”. Lo ha detto il professore Pierluigi Lopalco, epidemiologo e coordinatore della task-force regionale per l’emergenza coronavirus. “Stiamo assumendo tantissimi infermieri e medici - ha spiegato –, e molti di questi avevano già prestato servizio nelle regioni del Nord. Quindi, prima di entrare in servizio nei nostri ospedali faranno il tampone. È un filtro importante perché può individuare gli operatori positivi”.
Lopalco ha aggiunto che lo stesso sistema “può essere fatto anche nelle aziende che stanno riaprendo”, ma “deve essere valutato in funzione del rischio di circolazione del virus in un territorio, se la circolazione è bassa può essere una misura eccessiva”.
Intanto la Giunta regionale pugliese ha approvato la delibera che aggiorna la rete dei laboratori regionali per l’emergenza coronavirus per aumentare il numero di tamponi. Per potenziare ulteriormente la rete è stato stabilito il termine di trenta giorni dalla data di pubblicazione della delibera per la ricezione delle istanze di accesso alla rete, anche da parte delle strutture private di patologia clinica, già accreditate, anche per il settore specializzato di microbiologia e virologia, in possesso dei requisiti e dei criteri per l’accesso alla rete regionale.
L’esecuzione dei tamponi potrà essere svolta, è specificato nella delibera, per “l’attività di sorveglianza” e per “l’erogazione delle prestazioni in regime di ricovero e day-service”. Anche le “aziende private” potranno richiese l’esecuzione “su proposta del medico competente aziendale, senza oneri a carico del sistema sanitario regionale”.
Per il copresidente del gruppo europeo Ecr – Fratelli d’Italia, Raffaele Fitto, da settimane in Puglia “siamo fortemente a rischio contagio e siamo ultimi per i tamponi. Sono convinto che vadano cercate le motivazioni e, quindi, probabilmente cambiata la strategia, attivando misure diverse da quelle messe in campo fino ad ora dal duo Emiliano-Lopalco, soprattutto
ascoltando semplicemente ciò che dicono anche altri autorevolissimi esperti”.
Argomenta Fitto: “Il presidente della GIMBE, Nino Cartabellotta, considerato tra gli esperti più autorevoli di ricerca e sanità del nostro Paese, ci fa sapere che la Puglia è ultima in Italia per i tamponi effettuati. Anche il direttore dell’Istituto Superiore Sanità, Gianni Rezza, rileva che ci vuole un cambio di passo in fase 2 sui tamponi, e che bisogna cambiare strategia, aumentando il numero di test. Il Veneto ha fatto molto bene, ha fatto molti tamponi sul territorio, va fatto così in tutta Italia. Bisogna fare tamponi anche ad asintomatici e contatti stretti”.
“Inoltre - sottolinea l’europarlamentare - non va dimenticato che i clinici della Scuola di Medicina di Bari, il 23 aprile, con una lettera aperta già sollecitavano i tamponi sugli operatori sanitari, perchè oltre a tutelare gli stessi, rappresentano una forma di garanzia a tutela della salute di tutti i pazienti. Sono tutte dichiarazioni autorevolissime dal punto scientifico, che, lette insieme con i dati pugliesi e delle altre regioni di queste settimane, dovrebbero suggerire un cambio di strategia e risposte utili al confronto. Sarà anche tutto questo derubricato a strumentale polemica politica?”.
Redazione Nurse Times
Fonte: Quotidiano di Bari
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