Ora i numeri dell’epidemia sono davvero preoccupanti. Scattano le misure di sicurezza in Cina, ma anche in Italia.
In Italia è attiva una rete di sorveglianza sul nuovo coronavirus (2019-nCoV). La situazione è monitorata dal ministero della Salute, che è in contatto continuo con le autorità sanitarie internazionali. Al momento Who/Oms ed Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) considerano moderata la probabilità di introduzione del virus nell’Unione Europea.
In ogni caso, a partire da dopodomani, giovedì 23 gennaio, data in cui è previsto il prossimo volo diretto dalla città cinese di Wuhan (ritenuta il focolaio dell’epidemia) all’aeroporto di Roma Fiumicino, il ministero ha predisposto l’attivazione di un canale sanitario con controllo della temperatura attraverso scanner. È prevista anche la compilazione di una scheda che indichi destinazione e percorso dei passeggeri, una volta sbarcati. Sono previsti, infine, aggiornamenti costanti sulla sezione del portale www.salute.gov.it dedicata al coronavirus.
Intanto è stato accertato vicino a Seattle, stato di Washington, il primo caso negli Stati Uniti. Si tratta di un uomo arrivato dalla Cina. Nel tentativo di frenare la diffusione della nuova polmonite da coronavirus, la città di Wuhan ha adottato una serie di misure per rafforzare il controllo e il monitoraggio dei viaggiatori in uscita, vietando le partenze di gruppi turistici e compiendo controlli a campione sui veicoli a passeggeri privati in entrata e in uscita, alla ricerca di pollame vivo o animali selvatici. Per i controlli sui sintomi di febbre dei passeggeri sono stati impiegati 35 termometri fissi a infrarossi e oltre 300 portatili in vari terminali di trasporto della città, tra cui l’aeroporto, le stazioni ferroviarie, le stazioni degli autobus e le banchine. I passeggeri con febbre saranno registrati e riceveranno maschere e opuscoli sulla polmonite. Inoltre sarà loro consigliato di recarsi dal medico.
Al momento, secondo l’Oms, sono 278 i casi segnalati del virus, di cui 12 in condizioni critiche, con 6 morti. La quasi totalità dei pazienti cinesi è concentrata nella zona di Wuhan, con 14 casi riportati nella regione del Guandong, 5 a Pechino e uno a Shanghai. Alcune fonti rivelano che potrebbero essersi infettati 14 operatori sanitari, ma stime provenienti da esperti britannici, parlano di oltre 1.700 casi.
Redazione Nurse Times
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