La responsabile del Servizio federale di sorveglianza della sanità pubblica parla di numeri che contraddicono quelli diffusi dal ministero.
Quasi 500 operatori sanitari, tra medici e infermieri (circa il 6% di tutti i decessi ufficiali), sono morti in Russia nel corso dell’epidemia di coronavirus. Si tratta di un numero elevatissimo, confermato da Alla Samoilova, responsabile del Servizio federale di sorveglianza della sanità pubblica (Roszdravnadzor), durante la web-conferenza in occasione della Giornata dei medici e dei paramedici.
“Quasi 500 operatori sanitari, 489 per la precisione, purtroppo non sono più con noi – ha detto –. La mobilitazione è stata seria. Francamente, all’inizio, c’erano state alcune lamentele e alcuni contrattempi, ma oggi tutto va secondo i piani: non riceviamo più lamentele sul fatto che il personale medico non sia dotato di dispositivi di protezione individuale o non venga adeguatamente sottoposto a test”.
Le affermazioni di Samoilova, riportate dalle agenzie di stampa russe, contraddicono le stime ufficiali, dato che il ministero della Sanità, a fine maggio, parlava di 101 morti (la task-force nazionale contro il Covid-19, precisissima nel suo bollettino giornaliero, non fornisce i dati relativi agli operatori sanitari). La questione ha sollevato diverse polemiche già in passato.
Di recente i medici russi hanno dato vita a un sito che tiene un conteggio “alternativo”, e i media indipendenti hanno più volte messo in evidenza lo strano caso della Russia, dove si registrano pochi morti fra i cittadini, ma molti fra i sanitari. Non stupisce dunque che il Roszdravnadzor, nel corso della giornata, abbia smentito il suo stesso capo con una nota in cui si precisa che quel conteggio non era “ufficiale”, ma si basava su cifre “prese da internet”.
Redazione Nurse Times
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