Un grido d’aiuto giunge dal personale dell’ospedale di Codogno, isolato in seguito ai casi di Coronavirus nCoV-2019 registrati nella zona.
Il personale infermieristico, medico e gli operatori sociosanitari sono a lavoro da oltre 24 ore consecutive, senza conoscere l’esito dei tamponi ai quali sono stati sottoposti e senza avere la possibilità di ricevere il cambio dai colleghi del turno successivo.
«Non abbiamo alcuna informazione, siamo in attesa del risultato sul test a cui siamo stati sottoposti ieri — spiega uno degli infermieri —. Non ce la facciamo più a livello fisico e siamo in crisi a livello psicologico perché nessuno è in grado di darci risposte o permetterci di finire questo infinito turno».
In particolare stato di ansia i sei infermieri e operatori sociosanitari del reparto di medicina interna, nel quale si sono registrati già due casi di positività tra i degenti.
Il personale ospedaliero ha scritto una lettera urgente al direttore sanitario dell’ospedale di Codogno: «Segnaliamo il nostro avvenuto contatto diretto in questi giorni con i medici risultati positivi ai test effettuati per la ricerca del coronavirus. Dopo aver saputo che per i medici di reparto è stata predisposta la misura cautelare della quarantena. Segnaliamo inoltre che la quasi totalità dei nostri colleghi infermieri ha telefonato per segnalare l’indisponibilità ad essere presente nel reparto nelle prossime giornate, aprendo così ovvi problemi di continuità assistenziale».
Gli infermieri e gli Oss non hanno ricevuto il cambio ieri sera, dopo aver concluso il turno dalle 14 alle 22. In questo momento le équipe si trovano al terzo turno di lavoro ininterrotto.
«Già stanotte non si è presentato nessuno a darci il cambio e noi saremo costretti ad un turno di 16 ore. E stamattina idem. Noi siamo qui da ieri alle 14 senza avere risposte certe e dovendo provvedere ancora alle necessità assistenziali del reparto».
Medici e infermieri stanno garantendo terapie e assistenza ai malati ricoverati ma si trovano in stato di isolamento assoluto: «Non possiamo lasciare l’ospedale, servono squadre di infermieri che garantiscano la possibilità di cura per i pazienti ricoverati. I risultati dei nostri test ancora non ci sono. È una situazione di emergenza».
Problematiche simili si sono verificate anche nel reparto di Rianimazione dove gli infermieri sono stati costretti a lavorare consecutivamente per oltre 36 ore. In loro sostituzione sono stati poi utilizzati infermieri non dipendenti della struttura sanitaria ma di cooperative che operano da tempo in ospedale.
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