Federica aveva solo cinque anni. Alla grave neoplasia si era aggiunta l’infezione da Covid-19. Torna a far discutere l’inquinamento cittadino.
“Adesso che gli alberi di Natale sono spenti, così come le luci sfavillanti della nostra città, vogliamo informarvi che un altro fiore si è spezzato, questa mattina, troppo presto. E che altri ancora appassiranno, soffocati dal fumo e dall’indifferenza di una città incapace di tutelare la salute dei propri figli. Di una bambina che nella calza della befana ha trovato solo carbone”. Così recita il post social, accompagnato dall’immagine di una rosa bianca, pubblicato dal gruppo Protezione civile Era Magna Grecia per ricordare Federica, bimba di Taranto che aveva compiuto cinque anni lo scorso ottobre.
La piccola si è spenta all’ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari per una tumore al cervello scoperta meno di un anno fa, a cui si è aggiunta nelle ultime settimane un’infezione da Covid-19. A nulla sono valsi, purtroppo, i tentativi dei medici di rianimarla, come pure gli interventi chirurgici e le terapie a cui Federica si è sottoposta tra il capoluogo pugliese e il Bambino Gesù di Roma.
In tanti, condividendo la triste notizia, si sono scagliati contro l’inquinamento della grande industria che affligge il territorio tarantino, anche se le cause potrebbero essere diverse e non sempre il nesso può essere dimostrato. Luciano Manna, attivista ambientalista e blogger che ha reso pubblica la notizia, in un post si è rivolto così al premier Giuseppe Conte: “Fateci saper quando avete intenzione di occuparvi del nostro danno sanitario”.
Redazione Nurse Times
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