Una delegazione di medici e infermieri albanesi è arrivata a Brescia per prendere servizio nel principale ospedale cittadino.
“Sono trent’anni che ci aiutate e supportate: è il minimo che potevamo fare per la vostra nazione”. Parole di un infermiere 35enne di Tirana, che fa parte della delegazione formata da 30 persone, tra medici e infermieri, arrivate a Brescia per prendere servizio nel principale ospedale della città lombarda e aiutarlo a combattere l’emergenza coronavirus.
“Sono consapevole di quanto sta accadendo negli ospedali bresciani, ma non mi spavento”, ha riferito l’infermiere all’Ansa. “Da quando ho sentito che i numeri dei contagiati continuavano a crescere in Italia mi sono informata in ogni modo per poter aiutare il vostro Paese e ho risposto all’appello – ha raccontato una dottoressa albanese –. Mia madre nel 2011 è stata operata a Pisa. Quei medici l’hanno salvata e ora io voglio restituire quanto è stato fatto”. Un’altra infermiera ha aggiunto: “Per noi è una possibilità importante, e sono sicura che vinceremo questa battaglia. Mio papà, che è medico, è stato contagiato da Covid-19 e io voglio aiutare i bresciani”.
Insomma, l’Albania non ha dimenticato l’aiuto dell’Italia, che all’inizio degli anni Novanta, col collasso del regime comunista, divenne una sorta di terra promessa. Una storia lunga trent’anni, fatta di sostegno e integrazione. Un passato in nome del quale sono oggi loro, in nostri “dirimpettai”, a tenderci la mano.
Redazione Nurse Times
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