Oltre metà dei pazienti deceduti in seguito all’infezione da coronavirus soffriva di malattie cardiocircolatorie o altre gravi patologie. La più giovane, una donna di 48 anni, era in cura dopo un ictus. Anche al tempo della Sars la mortalità tra i giovani era stata minima
Quasi la metà delle 17 persone uccise finora dal coronavirus diffusosi nella città cinese di Wuhan aveva più di 80 anni, e la maggior parte aveva problemi di salute preesistenti. Lo riferisce il quotidiano di Hong Kong South China Morning Post, citando i dati resi noti dalle autorità sanitarie cinesi. Otto delle vittime avevano più di 80 anni, e due più di 70; tra i pazienti morti poi si contano cinque sessantenni, un uomo cinquantenne e una donna di 48 anni, la vittima più giovane.
Tutti i contagiati — 13 uomini e quattro donne — provenivano dalla provincia dell’Hubei, nella Cina centrale, e sono stati curati negli ospedali nel sua capitale, Wuhan, dove il virus si è manifestato per la prima volta dicembre. Almeno nove vittime erano in cura per patologie come diabete, cirrosi epatica, ipertensione arteriosa, malattie cardiocircolatorie e morbo di Parkinson.
Il paziente più anziano morto di coronavirus, un uomo di 89 anni, chiamato Chen, soffriva di ipertensione, diabete e malattie coronariche. Ha evidenziato i primi sintomi lo scorso 13 gennaio, tra cui alcune difficoltà respiratorie anche se non febbre. Cinque giorni dopo è stato ricoverato al Wuhan Union Hospital con seri problemi respiratori e si è rivelato positivo alla polmonite. È morto la sera seguente. La donna di 48 anni, invece, chiamata Yin, aveva sofferto di diabete e aveva avuto anche un ictus. Ha avuto per la prima volta febbre e dolori il 10 dicembre e le sue condizioni si sono lentamente deteriorate. È stata curata in due ospedali a Wuhan prima di morire lunedì scorso.
I casi di contagio confermati sono per ora 571, tra Cina e Hong Kong, Macao, Taiwan, Stati Uniti, Giappone, Corea del Sud e Thailandia. Mentre sono ancora in fase di accertamento altri 393 casi sospetti.
Anche la Sars nel 2002-03 aveva causato molte più vittime tra gli anziani che non tra i giovani. Il tasso di mortalità tra i pazienti con meno di 24 anni era stato inferiore all’1%, quello tra le persone di età compresa tra i 25 e i 44 anni del 6%. Più del 50% delle vittime della Sars (che furono quasi 800) aveva un’età superiore ai 65 anni, secondo uno studio dell’Oms effettuato all’epoca.
Per fare un confronto: l’influenza della scorsa stagione (ottobre 2018-aprile 2019) in Italia ha fatto 198 vittime, tutte persone che in media avevano 68 anni.
Redazione Nurse Times
Fonte: corriere.it
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